Cronaca Salerno, Salerno

«Uniti per Unisa»: i quattro aspiranti Rettori firmano un manifesto per una governance trasparente e partecipata

Università Salerno donazione leucemia linfoma
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I quattro aspiranti rettori dell’Università di Salerno hanno firmato un manifesto per una governance trasparente e partecipata. Paola Adinolfi, Pietro Campiglia, Virgilio D’Antonio e Carmine Vecchione siglano un patto per una nuova idea di Università: aperta, inclusiva e lontana dai modelli del passato. Esclusi accordi con chi non aderisce al manifesto. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

«Uniti per Unisa»: i quattro aspiranti Rettori firmano un manifesto

Un segnale chiaro, forte e condiviso arriva dal campus di Fisciano: “Uniti per Unisa” non è solo uno slogan, ma l’identità comune di un patto tra quattro dei cinque aspiranti alla carica di rettore dell’Università degli Studi di Salerno. A sottoscrivere il Manifesto metodologico e programmatico sono i professori Paola Adinolfi, Pietro Campiglia, Virgilio D’Antonio e Carmine Vecchione, che scelgono di unire le forze per promuovere una visione dell’ateneo fondata su trasparenza, partecipazione e discontinuità rispetto al passato.

Una vera e propria coalizione che punta a costruire un nuovo modello di governance universitaria, in risposta – anche politica – a un sistema che i firmatari definiscono “superato e da superare”. Nel documento si fissano i 15 punti programmatici che guideranno l’azione comune, a prescindere dai singoli programmi dei candidati.

La spaccatura interna e l’esclusione di alleanze esterne

La mossa ha anche un chiaro risvolto strategico-elettorale. L’unico nome rimasto fuori da questo fronte compatto è quello della professoressa Alessandra Petrone, ritenuta vicina all’attuale rettore Vincenzo Loia e non ancora ufficialmente candidata. Il gruppo dei quattro prende nettamente le distanze da un’idea di università che considerano opposta a quella delineata nel Manifesto. L’impegno è preciso: nessuna alleanza o accordo al ballottaggio con candidati che non abbiano sottoscritto il patto.

Un nuovo modello di università

Nel testo si legge l’intento di “ricostruire la fiducia nelle persone, nei ruoli, nelle istituzioni”, promuovendo una coesione tra le componenti dell’ateneo nel rispetto delle peculiarità di ciascuna. L’obiettivo è garantire qualità delle decisioni, giustizia ed equità all’interno del campus, ma anche ridefinire le modalità di rappresentanza dell’Università a livello regionale e nazionale, fino agli organismi di riferimento come Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e Cur (Comitato Universitario Regionale).

Ampio spazio anche a temi come:

  • l’internazionalizzazione dell’Ateneo;

  • il rafforzamento della mobilità in entrata (incoming);

  • la valorizzazione dell’autonomia dei Dipartimenti e dei centri di ricerca;

  • il diritto allo studio e l’attenzione alle diversità culturali, in una comunità sempre più multietnica.

Un’alleanza nella diversità

Il manifesto stabilisce principi etici e metodologici validi per tutto il sessennio 2025–2031. Una “gestione condivisa”, definita dai promotori come un atto di responsabilità, che punta a coinvolgere in maniera trasparente gli organi istituzionali: Senato accademico, Consiglio di amministrazione, Collegio dei direttori.

L’appello finale è aperto: “Chi si riconosce nei valori fondanti del manifesto può aderire, portando il proprio contributo di idee”, spiegano Adinolfi, Campiglia, D’Antonio e Vecchione, con l’intento di costruire un’Università che guardi avanti, superando le logiche personalistiche e frammentarie.

Università degli Studi di Salerno

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