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Camorra, tre clan si contendevano i debiti di due imprenditori irpini: 15 arresti tra Irpinia e Salernitano

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Il sequestro

Usura e camorra tra Irpinia e Valle dell’Irno: 15 arresti nell’inchiesta della Dda di Salerno. Tre clan si contendevano i debiti di due imprenditori conciari. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Usura e camorra, 15 arresti tra Irpinia e Valle dell’Irno

Quindici persone restano in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno che ha smantellato una rete di usurai e taglieggiatori legata a tre clan camorristici operanti tra Irpinia, Valle dell’Irno e Castellammare di Stabia. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Salerno dopo che ben sei diversi tribunali avevano dichiarato la propria incompetenza territoriale sulle misure cautelari emesse a fine ottobre.

L’indagine, avviata lo scorso luglio, ha portato alla luce un sistema estorsivo che aveva preso di mira due imprenditori del settore conciario di Montoro e Solofra, e altri due di Fisciano. Secondo gli inquirenti, i debiti contratti dalle vittime sarebbero stati “contesi” da tre distinti gruppi criminali: il clan Genovese attivo nella Valle dell’Irno, il gruppo D’Alessandro di Castellammare di Stabia e il Nuovo Clan Partenio di Avellino.

Le intercettazioni che hanno svelato il sistema

L’inchiesta ha preso slancio grazie a un’intercettazione ambientale captata dal telefono di Francesco Genovese, che ha consentito di ricostruire un incontro a Castellammare di Stabia tra alcuni degli indagati e le vittime. Durante quella riunione sarebbe stato definito l’accordo economico legato a un prestito usurario che, nel tempo, si era trasformato in una spirale di minacce e richieste di denaro sempre più pesanti.

Gli investigatori, coordinati dalla Dda salernitana, hanno documentato i passaggi di denaro attraverso accertamenti bancari, servizi di pedinamento e intercettazioni telefoniche e ambientali. In base a queste prove, il debito delle due aziende conciarie sarebbe stato “ceduto” e poi gestito in modo illecito dai tre clan, che lo avrebbero utilizzato come fonte di profitto e strumento di controllo sul territorio.

Le misure cautelari e le accuse

Le misure in carcere riguardano Domenico, Vincenzo e Francesca De Cesare, Alessandro e Francesco De Luca, Antonio Donniacuo, Massimo Evangelista, Franco Genovese, Roberto Guarnaccia, Luigi Pescatore, Rocco Ravallese, Gaetano Schettini, Thomas Siano, Roberto Vietri e Giuseppe Vitaglione. Tutti sono accusati, a vario titolo, di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Il Tribunale del Riesame di Salerno sarà ora chiamato a riesaminare le singole posizioni. La Dda, intanto, aveva deciso di procedere ai fermi non solo per evitare la fuga degli indagati, ma anche per tutelare l’incolumità delle vittime, sottoposte – secondo le indagini – a pressioni e minacce costanti nelle settimane precedenti agli arresti.

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