Resta agli arresti domiciliari Vittorio De Rosa, 67 anni, imprenditore ed ex proprietario e legale rappresentante della Dervit, coinvolto nell’inchiesta sui presunti appalti pilotati per la pubblica illuminazione a Capaccio Paestum. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai suoi legali contro l’ordinanza del Gip di Vallo della Lucania, che lo accusa di concorso in turbativa d’asta continuata e corruzione come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Appalti pubblica illuminazione a Capaccio Paestum: confermati i domiciliari per De Rosa
La misura cautelare nei confronti di De Rosa è in vigore dal 3 ottobre scorso, quando fu eseguita la prima ordinanza emessa dal Gip di Salerno. Tale provvedimento è stato poi confermato dal Tribunale del Riesame e, successivamente, dalla stessa Cassazione, prima che il fascicolo passasse alla Procura di Vallo della Lucania per competenza territoriale.
Analoga decisione di inammissibilità è stata adottata dalla Suprema Corte in merito al ricorso presentato da Alfonso D’Auria, ex procuratore speciale della Dervit e anch’egli indagato nello stesso procedimento. Per D’Auria, tuttavia, la misura degli arresti domiciliari è stata nel frattempo sostituita con il divieto di dimora.
Il procedimento attuale trae origine dal primo filone d’indagine avviato dalla Procura di Salerno e poi proseguito da quella di Vallo della Lucania. Oltre a De Rosa, è ancora ristretto ai domiciliari – da oltre dieci mesi – anche l’ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri. Entrambi, a seguito dell’emissione delle misure cautelari, hanno rassegnato le dimissioni dalle rispettive cariche.