La Valle dei Mulini di Amalfi conserva una delle testimonianze più intense della spiritualità locale: la storia della Madonna del Rosario, tornata alla luce il 2 dicembre 1875 dopo la devastante alluvione che travolse la chiesa e provocò dodici vittime. In quell’occasione, la statua venne ritrovata quasi intatta sotto le macerie, con un solo dito danneggiato e in seguito recuperato. Da quel momento, divenne simbolo di protezione, speranza e rinascita per l’intera comunità amalfitana.
Un simbolo che unisce generazioni
Nel corso dei decenni, la Madonna del Rosario è diventata non soltanto una figura di culto, ma una presenza familiare, una madre che veglia sui fedeli e accompagna la vita della Valle dei Mulini. La preparazione del tradizionale trono di rose e fiori, che ogni anno precede la processione, è oggi un gesto rituale che unisce memoria e gratitudine, trasformando la devozione in un abbraccio collettivo.
Una testimonianza di fede che attraversa il tempo
“Fin da bambino ho sentito la sua presenza. Partecipare alla processione significa ritrovare le radici, sentirsi parte di una storia comune, di un legame che non si spezza”, racconta un giovane residente della valle.
Il 150° anniversario rappresenta dunque più di una ricorrenza: è un momento di riflessione e comunità, un atto d’amore verso chi ha sofferto e verso chi continua a trovare nella fede un punto di riferimento.
Una processione che emoziona ancora oggi
Oggi, giovani e adulti camminano fianco a fianco dietro il trono adornato di rose, portando nel cuore il peso della storia e la forza della devozione. La Madonna del Rosario rimane il cuore pulsante della Valle dei Mulini, un filo invisibile che unisce passato e futuro, fede e identità.
Un monito e una promessa: che anche dopo le tragedie, la speranza può rinascere e continuare a illuminare il cammino della comunità amalfitana.







