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Scafati, le motivazioni dell’Antimafia: “Aliberti dominus del patto politico-mafioso”

Scafati processo sindaco Aliberti
Pasquale Aliberti
Scafati processo sindaco Aliberti

L’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti indagato: la Dda impugna l’assoluzione di primo grado. Per la Procura sarebbe stato il regista di un accordo con il clan Loreto-Ridosso in vista delle elezioni 2013 e 2015. Lo riporta l’odierna edizione de La Città.

Aliberti indagato a Scafati, le motivazioni dell’Antimafia

La Procura Antimafia di Salerno rilancia l’accusa di patto elettorale politico-mafioso contro Pasquale Aliberti e altri imputati del processo Sarastra, presentando appello contro la sentenza di assoluzione emessa in primo grado dal Tribunale di Nocera Inferiore. Secondo il sostituto procuratore Rocco Alfano, l’ex sindaco di Scafati avrebbe avuto un ruolo apicale, da “dominus” dell’accordo con il clan Loreto-Ridosso, siglato per rafforzare il consenso elettorale alle Amministrative del 2013 e alle Regionali del 2015.

L’impianto accusatorio

Nel ricorso, la Direzione Distrettuale Antimafia ricostruisce un sistema di scambi politici e favori connessi alle dinamiche criminali del territorio. Accanto ad Aliberti, anche il fratello Nello Aliberti – indicato come fiduciario e tramite operativo con l’organizzazione criminale – avrebbe avuto un ruolo strategico per la riuscita dell’intesa.

Tra i protagonisti citati, anche Roberto Barchiesi e Ciro Petrucci, ritenuti dalla Dda figure “istituzionali” di raccordo, gradite sia all’ex amministrazione comunale sia ai vertici del clan. Il loro compito – secondo l’accusa – sarebbe stato quello di incanalare e consolidare l’influenza mafiosa all’interno dell’apparato amministrativo.

Un ruolo più defilato, ma non secondario, viene attribuito a Giovanni Cozzolino, ex membro dello staff del sindaco Aliberti, che avrebbe facilitato le relazioni tra i protagonisti del presunto patto, in particolare in funzione delle elezioni regionali.

Il ruolo di Monica Paolino

Centrale nella ricostruzione della Procura è anche Monica Paolino, consigliera regionale di Forza Italia all’epoca dei fatti e moglie di Pasquale Aliberti. Per la Dda sarebbe stata beneficiaria diretta dell’accordo, e in più punti avrebbe addirittura istigato o rafforzato l’azione del marito, sfruttando i contatti con l’organizzazione camorristica a fini elettorali.

Andrea Ridosso escluso

Nel nuovo atto d’accusa non compare Andrea Ridosso, già affiliato al clan, per una scelta precisa dello stesso pubblico ministero, che ha deciso di escluderlo dal procedimento di appello.

Il processo Sarastra

Il procedimento Sarastra prende il nome dall’inchiesta che nel 2016 fece emergere intersezioni tra politica e criminalità organizzata nella gestione del potere a Scafati. Dopo anni di indagini e rinvii, la sentenza di primo grado aveva assolto tutti gli imputati, ma la Procura Antimafia non ci sta e chiede ora un riesame completo in Appello, puntando a ribaltare il verdetto.

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