Ad Agropoli, la situazione sanitaria continua a destare preoccupazione. Nonostante le promesse e i proclami del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che aveva trionfalmente annunciato la riapertura del pronto soccorso, i cittadini continuano a confrontarsi con una realtà ben diversa. L’insegna “Pronto Soccorso” è stata recentemente rimossa, confermando che il servizio non è ancora operativo e lasciando i cittadini in un limbo di incertezze e delusioni.
La rimozione dell’insegna
Il 29 luglio, a sorpresa, è stata rimossa l’insegna “Pronto Soccorso” dall’ospedale civile di Agropoli. Questo gesto simbolico non fa che confermare quanto già si sospettava: il pronto soccorso non è attivo, e al suo posto c’è solo un PSAUT (Presidio Sanitario di Assistenza Urgenza Territoriale), un servizio ridotto che non offre le stesse garanzie e risorse di un vero Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA). Questa decisione segna l’ennesimo passo indietro nella qualità dei servizi sanitari offerti alla popolazione di Agropoli, con gravi ripercussioni sulla sicurezza e il benessere dei cittadini.
Un ospedale abbandonato e la promessa non mantenuta
Agropoli sta vivendo una crisi sanitaria profonda. Le promesse di De Luca, ripetute ogni anno in occasione delle elezioni, non sono mai state accompagnate da fatti concreti. Le inaugurazioni di reparti non attivi, i tagli alle risorse e l’assenza di un vero pronto soccorso continuano a pesare sul territorio. La situazione è diventata insostenibile per i cittadini, che hanno visto l’ospedale trasformarsi in un simbolo di abbandono e di inefficienza.
Agropoli ha bisogno di un Pronto Soccorso funzionante
La comunità di Agropoli non ha bisogno di passerelle elettorali, ma di azioni concrete: ambulanze, medici, infermieri e, soprattutto, un pronto soccorso che funzioni realmente. La salute è un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti, ma ad Agropoli questo diritto è stato violato ripetutamente. La rimozione dell’insegna “Pronto Soccorso” rappresenta l’ennesima offesa a una comunità che merita di essere trattata con il rispetto che le spetta.
