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Agropoli, falsi crediti d’imposta con software blockchain: otto misure cautelari e 26 indagati

evasione fiscale imprenditori denunciati
Foto di repertorio
evasione fiscale imprenditori denunciati

Come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un articolato provvedimento cautelare nei confronti di otto persone indagate per associazione per delinquere finalizzata alla creazione e all’utilizzo di falsi crediti d’imposta, successivamente compensati in modo illecito per eludere il fisco.

Le contestazioni includono anche i reati di riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni, mentre per tre indagati è stata riconosciuta l’aggravante legata all’esercizio della professione di consulente fiscale. La misura, emessa mesi fa dal Tribunale del Riesame di Salerno, è divenuta definitiva dopo la pronuncia della Corte di Cassazione, che ha rigettato i ricorsi difensivi confermando la solidità del quadro indiziario raccolto dagli inquirenti.

Agropoli, falsi crediti d’imposta con software blockchain

Il procedimento ha preso forma già nel giugno scorso, quando furono eseguiti gli arresti: in carcere finì l’imprenditore cilentano Concordio Malandrino, residente a Dubai e ora in attesa di estradizione; ai domiciliari, invece, Francesco Conte, Antonio De Filippo, Damiano La Torraca e Angelo Raffaele Alfieri. Per Francesca Finizola, Giuseppe Perruolo e Gaetano Perrone fu disposto l’obbligo di dimora. Parallelamente, la Procura di Salerno ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 26 persone coinvolte, a vario titolo, nell’inchiesta.

Il lavoro investigativo del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno ha permesso di individuare in tre figure – tra cui l’imprenditore cilentano e un avvocato – i promotori di un sistema organizzato capace di predisporre, per un numero indefinito di imprese, la documentazione necessaria a richiedere crediti d’imposta inesistenti. Il meccanismo prevedeva la costruzione di operazioni fittizie attraverso l’acquisto di software basati su tecnologia blockchain, simulando così investimenti mai avvenuti. In questo modo venivano creati crediti fiscali privi di reale fondamento, successivamente compensati dagli imprenditori che si affidavano al gruppo per ottenere un vantaggio economico indebito.

Le attività d’indagine – intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di documentazione bancaria e contabile, esame dei dispositivi informatici acquisiti tramite copia forense – hanno consentito di delineare con precisione l’organizzazione interna del sodalizio e i ruoli dei singoli coinvolti. È emerso, inoltre, il coinvolgimento di numerose aziende distribuite su tutto il territorio nazionale, che attraverso il software messo a disposizione dal gruppo risultavano aver effettuato ingenti investimenti nella tecnologia blockchain, funzionali esclusivamente alla creazione dei falsi crediti d’imposta.

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