Il sindaco di Agropoli Mutalipassi ha ordinato la chiusura del centro di accoglienza di Moio Alto: segnalate irregolarità edilizie e urbanistiche, imposto lo stop alle attività. Lo riporta InfoCilento.
Agropoli, stop al centro di accoglienza di Moio Alto: il sindaco ordina la chiusura della struttura
Il Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) di via Fontana Saracena, in località Moio Alto ad Agropoli, dovrà interrompere ogni attività. Il sindaco Roberto Mutalipassi ha firmato oggi l’ordinanza di chiusura, notificata ai gestori e inoltrata alla Prefettura per gli adempimenti successivi.
Dal confronto con i residenti ai rilievi tecnici: il percorso verso la chiusura
L’apertura del centro aveva provocato numerose proteste da parte di una parte dei residenti, timorosi di potenziali disagi. I gestori avevano però sempre assicurato l’assenza di criticità, ricordando come gli ospiti — stranieri già da tempo presenti in Italia — fossero inseriti in attività lavorative sul territorio provinciale.
Nel corso delle ultime settimane, un sopralluogo congiunto tra Comune, Polizia Municipale e Prefettura aveva inizialmente l’obiettivo di verificare il rispetto delle prescrizioni operative. L’attenzione si è però rapidamente spostata su problemi rilevanti di natura edilizia e urbanistica, legati alla regolarità dell’immobile.
L’edificio, acquisito tramite procedura esecutiva del Tribunale di Vallo della Lucania, ha infatti sollevato dubbi sulla presenza di adeguati titoli edilizi relativi alla sua configurazione attuale. Il sopralluogo ha portato alla contestazione formale della mancanza di documentazione autorizzativa essenziale.
I rilievi del Comune: “Immobile privo di titoli e opere non autorizzate”
Il sindaco Mutalipassi ha spiegato i motivi alla base della decisione: «L’immobile risulta privo di uno stato legittimo definito, con un condono ex L. 47/1985 ancora pendente, e mancante dei necessari titoli paesaggistici, ambientali e strutturali. Inoltre è stato accertato un manufatto realizzato senza le prescritte autorizzazioni. Per questi motivi la società dovrà interrompere l’attività e procedere al ripristino dello stato dei luoghi». Il provvedimento segna quindi un punto di svolta nella gestione della struttura, mettendo fine a un percorso avviato tra verifiche tecniche, contestazioni urbanistiche e confronto con le istituzioni.
