La manovra economica entra nella fase decisiva al Senato, mentre in commissione Bilancio vengono respinti oltre cento emendamenti. Sul fronte più sensibile per gli amministratori locali, quello della tassa di soggiorno, arriva però un chiarimento che stempera le tensioni delle ultime settimane.
La sottosegretaria al Ministero dell’Economia, Sandra Savino, ha precisato che saranno i Comuni a stabilire modalità di applicazione e destinazione del 30% dell’eventuale incremento dell’imposta, con la possibilità di indirizzare le risorse verso servizi come trasporti, assistenza ai disabili o accoglienza dei minori non accompagnati. Un’apertura considerata significativa dagli enti locali, preoccupati dall’ipotesi di vincoli troppo stringenti nella gestione dei fondi.
Salerno, tassa di soggiorno verso la riforma
In questo quadro, Salerno procede con la riforma già annunciata, approvata dalla giunta e destinata a modificare il sistema tariffario in vigore. L’intervento riguarda soprattutto le strutture extralberghiere, bed & breakfast compresi, per le quali è previsto un aumento di due euro e l’abolizione della distinzione tra alta e bassa stagione. La tariffa diventa così uniforme per tutto l’arco dell’anno, scelta che punta a incentivare una maggiore continuità dei flussi turistici e a favorire la destagionalizzazione, rendendo più prevedibile la programmazione delle attività ricettive.
Per le altre tipologie di strutture ricettive, il nuovo schema mantiene le tariffe attuali: quattro euro per hotel, agriturismi e residenze alberghiere a quattro e cinque stelle; tre euro per quelle a una, due e tre stelle; due euro per tutto il comparto extralberghiero. Resta confermato anche il limite massimo di sette pernottamenti consecutivi sottoposti all’imposta, così come il sistema delle esenzioni già previsto nei regolamenti comunali.
Le nuove tariffe entreranno in vigore a fine gennaio 2026, lasciando agli operatori del settore un margine temporale per adeguarsi alle novità. L’amministrazione comunale punta a utilizzare il periodo transitorio per confrontarsi con le associazioni di categoria e definire eventuali misure di supporto nella fase di applicazione della riforma.









