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Salerno in cima alla classifica nazionale per addizionali Irpef: oltre 1.460 euro annui per i redditi medi

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Irpef

Salerno guida la classifica delle città italiane con le addizionali Irpef più elevate per i redditi medi, superando anche Roma e Napoli. La Uil denuncia squilibri territoriali e l’aumento delle tasse senza miglioramenti nei servizi.

Salerno in cima alla classifica nazionale per addizionali Irpef

Salerno si posiziona al vertice tra le città italiane con la pressione fiscale più alta sulle addizionali Irpef per i redditi medi. Secondo un rapporto della Uil – Servizio Politiche Territoriali, chi guadagna 40.000 euro all’anno nel capoluogo campano è soggetto a un esborso di 1.468 euro di imposte locali, comprendenti addizionale regionale e comunale. Questo importo supera persino quello registrato a Roma (1.452 euro), Avellino e Napoli (1.428 euro), così come Frosinone, Latina e Rieti (1.412 euro), confermando una tendenza già rilevata negli anni precedenti.

Anche per chi percepisce un reddito di 20.000 euro all’anno la situazione non è migliore: i contribuenti salernitani versano 627 euro di addizionali, seconda solo a Vibo Valentia (686 euro), e superiore rispetto a Roma (606 euro), Napoli e Avellino (607 euro). Il confronto con altre città è netto: a Milano, per esempio, un lavoratore con reddito medio paga circa 916 euro, oltre 500 euro in meno rispetto a Salerno. Ancora più evidente è la disparità con realtà come Mantova, Bolzano, Trento, Firenze o Enna, dove per i redditi bassi non è prevista alcuna addizionale comunale; a Bolzano e Trento questa esenzione si estende anche ai redditi più alti.

Santo Biondo, segretario confederale della Uil, lancia un forte monito: “Lo studio mette in luce gravi squilibri e differenze territoriali che rischiano di aggravare le disuguaglianze sociali ed economiche. Il paradosso è che spesso i cittadini pagano tasse più alte ma ricevono servizi peggiori.” Secondo la Uil, le addizionali Irpef sono frequentemente impiegate dalle amministrazioni locali per colmare i vuoti di bilancio causati dai tagli del governo centrale, senza però migliorare i servizi pubblici essenziali. Ne consegue che le fasce di reddito medio-basse risultano doppiamente svantaggiate: pagano di più e ottengono meno.

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