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Da Salerno a Catania con 64 chili di cocaina nascosti in un tir: 30enne a processo con giudizio immediato

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Il sequestro
Il sequestro

Da Salerno a Catania con 64 chili di cocaina nascosti in un camion: un 30enne è stato arrestato e rinviato a processo con giudizio immediato. Secondo le stime della Guardia di Finanza, quel carico avrebbe fruttato oltre 13 milioni di euro sul mercato dello spaccio. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Salerno, 64 chili di cocaina nascosti in un tir: 30enne a processo

Un carico di 64 chili di cocaina nascosto in due borsoni all’interno di un autoarticolato diretto in Sicilia. È quanto scoperto a inizio luglio dalla Guardia di Finanza di Catania, che ha arrestato un trentenne residente nell’Agro Nocerino-Sarnese, ora rinviato a giudizio immediato. Il giovane, fermato per un controllo nella zona industriale etnea, mostrò segni di nervosismo. Le unità cinofile insospettirono ulteriormente i militari che, dopo la perquisizione, trovarono i borsoni con la droga occultati nel semirimorchio, insieme a un grammo di hashish e 800 euro in contanti rinvenuti nel vano portaoggetti. Secondo le stime, quel carico avrebbe fruttato oltre 13 milioni di euro sul mercato dello spaccio.

La ricostruzione

Durante l’interrogatorio, il trentenne – originario di San Valentino Torio – si sarebbe difeso sostenendo di aver trasportato i borsoni per saldare un debito, senza sapere cosa contenessero. Dichiarò di aver ricevuto la consegna in un distributore di carburante tra Salerno e Pontecagnano, con la promessa di 5mila euro al termine del viaggio. Una versione che il giudice ha giudicato poco credibile, disponendo la misura cautelare in carcere.

Le indagini

La Procura di Catania ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, ritenendo gli elementi raccolti sufficientemente solidi per evitare l’udienza preliminare. Nel frattempo, le indagini proseguono per chiarire se il giovane fosse solo un corriere o parte di una rete criminale più articolata, capace di gestire traffici di droga tra Campania e Sicilia. Il telefono cellulare sequestrato al momento dell’arresto è ora al centro delle analisi investigative, con l’obiettivo di risalire ai contatti e alle organizzazioni coinvolte nella spedizione.

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