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Fuorni, tensione nel carcere femminile: detenuta rompe la tv per farsi trasferire

Carcere Salerno rissa
Il carcere
Carcere Salerno rissa

Cresce l’allarme nel carcere di Fuorni a Salerno: una detenuta rompe la televisione della propria cella chiedendo il trasferimento. Il sindacato Cnpp-Spp denuncia l’escalation di episodi critici.

Paura nel carcere di Fuorni, detenuta rompe la televisione

È scoppiata la tensione, nella serata di ieri, all’interno del carcere di Fuorni, dove una detenuta italiana ha danneggiato volontariamente il televisore della sua cella, con l’obiettivo dichiarato di essere trasferita in un altro istituto. A renderlo noto è Gina Rescigno, dirigente del sindacato Cnpp-Spp, che parla di un clima sempre più instabile e preoccupante nel reparto femminile della casa circondariale salernitana.

“Siamo innanzi a una vera e propria escalation di violenze”, ha denunciato Rescigno, “un quadro che peggiora di giorno in giorno”.

Il contesto

L’episodio si è concluso senza ulteriori conseguenze grazie all’intervento rapido e professionale degli agenti di Polizia Penitenziaria, ma il gesto rappresenta solo l’ennesimo campanello d’allarme. Il sindacato sottolinea come le criticità nel carcere di Fuorni si stiano aggravando, anche a causa di una carenza cronica di personale, in particolare nel settore agenti e assistenti.

La denuncia del sindacato

Il Cnpp-Spp chiede attenzione immediata alle istituzioni:

“Nel reparto femminile, le unità contribuiscono anche alle attività all’esterno, supplendo alle gravi carenze organiche maschili. Ma non si può più lavorare così. Con l’arrivo del nuovo Direttore – conclude Rescigno – ci auguriamo che si affrontino con decisione tutte le problematiche”.

Un’emergenza sistemica

Il caso di Salerno si inserisce in un quadro nazionale sempre più drammatico. Le carceri italiane, denunciano i sindacati, sono alle prese con sovraffollamento, suicidi, violenze sul personale, droga e telefoni cellulari introdotti illegalmente, in un sistema che sembra ormai al collasso.

“Non è più tempo di pezze o di annunci – afferma Rescigno – ma di interventi strutturali e concreti. E nemmeno di scontri tra poteri dello Stato: servono soluzioni e responsabilità condivise”.

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