Marco Valentini rompe il silenzio dopo la conclusione del suo incarico come direttore sportivo della Salernitana.
In un’intervista al quotidiano La Città, l’ex dirigente granata racconta i retroscena dell’addio e manifesta delusione per le modalità con cui si è chiuso il rapporto con il club, sottolineando la necessità di stabilità gestionale per costruire successi duraturi.
Salernitana, parla l’ex ds Valentini
«Mi avrebbe fatto piacere ripartire – ha dichiarato – ma ora si sceglie di rivoluzionare. E non sempre è un bene. Non è un problema legato alla piazza. A Iervolino ho detto chiaramente che serve continuità nel management e la costruzione di uno zoccolo duro nello spogliatoio. Solo così si vincono le sfide. A Salerno non è mai accaduto: si è creato solo qualcosa di provvisorio».
Valentini ha raccontato di aver avuto un colloquio telefonico con il presidente Danilo Iervolino martedì scorso. «Mi ha ringraziato per il lavoro svolto. Avevamo un accordo per proseguire in caso di salvezza e stavamo già pianificando la nuova stagione. Le critiche espresse non erano rivolte a me, ma credo a chi mi ha preceduto, almeno stando a quanto mi è stato riferito».
Resta il rammarico per l’epilogo della stagione, culminata con la retrocessione in Serie C. Valentini non nasconde l’amarezza per quanto accaduto durante la gara di ritorno dei playout contro la Sampdoria: «Il finale brucia per come è arrivato, per l’ingiustizia subita. Mi sento preso in giro».
Nel mirino anche l’utilizzo della tecnologia: «Vorrei capire che senso abbia il VAR se non si rileva l’episodio su Soriano, né si sanziona il fallo di mano di Meulensteen, che a fine gara ha ammesso di aspettarsi l’annullamento del gol, consapevole di aver commesso un’irregolarità».
Valentini ha inoltre rivelato un momento di tensione vissuto all’intervallo della gara: «I calciatori non volevano tornare in campo, si sentivano beffati. Desideravano lanciare un segnale forte. È stato il mister Marino, insieme a me, a convincerli a disputare il secondo tempo. Ci credevamo ancora».
In chiusura, un appello deciso: «Occorre un intervento esterno forte, da parte delle autorità competenti. Se non si interviene con fermezza, questo calcio non potrà mai essere ripulito».