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Salernitana, nuova protesta dei tifosi: “Se a Salerno si giocherà, inferno sarà”

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La protesta

La tifoseria granata torna a far sentire la propria voce. Nel pomeriggio di oggi, piazza Amendola a Salerno è stata teatro di una nuova mobilitazione organizzata dalla Curva Sud Siberiano, per protestare contro il rinvio a sorpresa della gara di playout, comunicato a sole 24 ore dall’inizio previsto. Una decisione giudicata dai supporter della Salernitana come una «profonda ingiustizia sportiva», che ha contribuito ad alimentare tensione e malumore nel capoluogo.

Salernitana, nuova protesta dei tifosi

La manifestazione, programmata per le 18:30 e avviata con qualche minuto di ritardo, ha visto la partecipazione compatta dei gruppi ultras che si sono dati appuntamento nel cuore della città, tra la Prefettura e Palazzo di Città. Una scelta simbolica, volta a richiamare l’attenzione delle istituzioni e delle autorità locali sulla vicenda che, secondo i tifosi, ha mortificato non solo la squadra, ma l’intera comunità salernitana.

Dietro lo striscione “Salerno non si piega”, i cori hanno preso di mira in particolare il presidente della FIGC Gabriele Gravina, la Lega Serie B e gli organi federali. I manifestanti hanno espresso con forza il proprio disappunto per quello che definiscono un finale di stagione “gestito con superficialità e senza rispetto per i valori sportivi”.

«La dignità viene prima di tutto», hanno scandito più volte, rilanciando l’orgoglio di una tifoseria da sempre riconosciuta per il suo attaccamento alla maglia.

Durante la protesta non sono mancati avvertimenti: «Se a Salerno si giocherà, inferno sarà», hanno dichiarato alcuni esponenti della Curva, lasciando intendere l’intenzione di intensificare le mobilitazioni qualora la situazione dovesse precipitare ulteriormente.

Quella odierna è la seconda protesta pubblica in pochi giorni, dopo il sit-in tenutosi davanti allo stadio Arechi. Il clima resta teso e carico di incertezza, con la piazza granata che reclama risposte chiare e rispetto per la maglia, per la città e per i suoi tifosi. Una vicenda che si arricchisce di nuovi capitoli polemici e che rischia di lasciare strascichi ben oltre la fine della stagione calcistica.

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