Come riportato dal quotidiano Il Mattino, la mattinata di martedì 2 dicembre è stata particolarmente difficile per i pensionati di Salento, costretti — nonostante il maltempo — a raggiungere la frazione Fasana per ritirare la pensione. L’Ufficio Postale del paese resta infatti chiuso da settimane a causa di problemi strutturali, con lavori ancora in corso e tempi di riapertura che non sono stati chiariti, accentuando le preoccupazioni della cittadinanza.
Salento, pensionati sotto la pioggia per ritirare la pensione
Fin dalle prime ore del mattino una pioggia intensa ha reso ancora più complicato il trasferimento verso Fasana. In piazza, come previsto, era disponibile la navetta comunale organizzata dall’amministrazione per supportare soprattutto gli anziani impossibilitati a muoversi autonomamente. A bordo del mezzo era presente anche il sindaco Michele Santoro, che ha voluto accompagnare personalmente i pensionati, ascoltare le loro necessità e rassicurarli sull’impegno del Comune.
Il primo cittadino ha definito la situazione «inaccettabile», spiegando che si sta facendo tutto il possibile per alleviare i disagi finché l’ufficio non potrà riaprire in condizioni di totale sicurezza. Tuttavia il problema resta evidente: gli spostamenti obbligati comportano tempi più lunghi, disagi pratici e difficoltà soprattutto per chi non dispone di un mezzo proprio e dipende integralmente dal trasporto comunale.
Nonostante il servizio navetta sia stato apprezzato, i cittadini chiedono risposte chiare sui tempi di riattivazione dello sportello postale. «Non possiamo continuare così ogni mese», ha lamentato un’anziana in attesa della partenza del mezzo. L’intera mattinata si è svolta sotto una pioggia incessante, condizione che ha contribuito ad aumentare il senso di frustrazione tra gli utenti.
L’auspicio condiviso è che i lavori possano concludersi in tempi rapidi e che Salento torni presto a disporre del proprio Ufficio Postale, indispensabile per la quotidianità di una comunità con una presenza significativa di persone anziane. Fino a quel momento, resta confermata la necessità di ulteriori misure di supporto per garantire la continuità dei servizi essenziali.









