Cronaca

Investito a 58 anni, nel 2019, si sveglia dal coma che non ricorda più gli ultimi 40, non sa chi siano moglie e figlio

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immagine di repertorio
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Non ha riconosciuto sua moglie, quando è entrata nella sua stanza d’ospedale. Ha raccontato: “Mi chiamava ‘Luciano’. E io mi chiedevo come faceva a saper il mio nome”. Questa è la storia di un uomo investito nel 2019, e che si è risvegliato dal coma, non ricordando più nulla dei suoi ultimi 40 anni.

Si sveglia dal coma che non ricorda più gli ultimi 40 anni

Nel 2019 è stato investito da un’auto e ha trascorso cinque anni in coma. Si è risvegliato, ma è convinto di trovarsi nel 1980, quando aveva 24 anni e lavorava all’aeroporto di Fiumicino. In realtà, ha adesso 63 anni, una moglie e un figlio di 35 anni. Tuttavia, quasi quattro decenni di memorie sono praticamente svaniti.

Non ha riconosciuto sua moglie, quando è entrata nella sua stanza d’ospedale. Ha raccontato: “Mi chiamava ‘Luciano’. E io mi chiedevo come faceva a saper il mio nome”. Poi si è presentato il figlio, e anche lui gli è apparso come un perfetto sconosciuto: “Ma come poteva essere mio figlio un uomo nato molto prima di me? E poi quale moglie? Io non ero sposato, ma fidanzato, e non certo con quella donna che doveva averne quasi sessanta, ma con una ragazza di 19 anni”. Quella ragazza diventerà proprio sua moglie.

Non ha riconosciuto neanche il suo volto, quando lo ha visto riflesso nello specchio “Ricordo ancora lo stupore di viaggiare che su uno schermo mi mostrava la mappa di Roma, anzi il Tutto città come lo chiamavamo una volta. “

La nuova occupazione: manutentore in una scuola

Non è stato semplice riprendere a vivere in un corpo diverso. L’uomo ora si occupa della manutenzione in una scuola. Un team medico lo ha assistito nel riapprendere le dinamiche sociali. Con i bambini è risultato facile, anche perché nel frattempo è diventato un nonno. Un flash si è aperto nella sua mente quando gli hanno parlato della nascita di un nipote, di cui ha qualche vaghissimo ricordo. A Luciano sembra di rivivere qualche frammento di conversazioni tra familiari accanto al suo letto in ospedale.

“Di tanto in tanto – continua la sua narrazione – incontro qualcuno che mi saluta. Sarà sicuramente un vecchio amico, ma io non so chi sia, e per gentilezza fingo di riconoscerlo e ricambio. A volte esprimo il desiderio di volare su un aereo, poiché non l’ho mai fatto. Mia moglie mi risponde: “Ma che dici? Siamo stati insieme a Parigi”. E io le ripeto: “Tu eri là, io no”.”

 

 

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