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Roccadaspide, 3.600 firme per un autovelox sulla SS166: il comitato chiede più sicurezza dopo l’incidente mortale

autovelox non omologati ricorsi

Foto di repertorio

Un autovelox fisso lungo la strada statale 166 degli Alburni, nel tratto che attraversa il comune di Roccadaspide: è questa la richiesta avanzata dal comitato spontaneo nato dopo la tragica scomparsa di Luca Minella e Samuel Auricchio, i due giovani deceduti nel marzo scorso in un grave incidente stradale avvenuto in località Fonte. L’obiettivo è chiaro: aumentare i livelli di sicurezza lungo un’arteria già teatro, in passato, di numerosi sinistri mortali come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Roccadaspide, 3.600 firme per un autovelox sulla SS166

La proposta è stata sostenuta da una petizione popolare che ha già raccolto 3.600 firme. Oltre all’installazione di un dispositivo fisso per il rilevamento della velocità, il comitato chiede l’abbassamento dei limiti attualmente in vigore, ritenuti inadeguati a garantire l’incolumità degli automobilisti lungo quel tratto particolarmente pericoloso della statale.

Il tema della sicurezza stradale è stato anche al centro di un incontro pubblico svoltosi nella sala consiliare del municipio di Roccadaspide, al quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni locali, cittadini e familiari delle vittime di incidenti avvenuti nel corso degli ultimi anni. Tra gli interventi più toccanti quello di Maria Scorziello, madre di Luca Minella, che ha lanciato un appello accorato: «Per Luca e per le altre vittime della SS166, per tutti noi che siamo ancora vivi, vi prego di mettere in sicurezza quella strada che da anni segna la vita di molte famiglie della contrada e dell’intera area che attraversa».

A farsi portavoce della volontà del territorio anche il sindaco di Roccadaspide, Gabriele Iuliano, che ha confermato l’intenzione dell’amministrazione comunale di ripresentare la richiesta formale per l’installazione dell’autovelox. «Avevamo già percorso questa strada anni fa – ha dichiarato – ma all’epoca l’autorizzazione ci fu negata. Ora, alla luce della mobilitazione cittadina e del numero di firme raccolte, inoltreremo nuovamente l’istanza alla Prefettura, alla Provincia di Salerno e all’Anas».

 

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