Il Rettore della Parthenope sospeso per un anno: al centro dell’inchiesta un presunto viaggio a Mykonos legato a un appalto di vigilanza. Garofalo respinge ogni accusa. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Rettore Parthenope sospeso: indagini su appalto e un viaggio
Un soggiorno di pochi giorni a Mykonos, offerto da un imprenditore con interessi negli appalti universitari, è al centro del provvedimento che ha portato alla sospensione per dodici mesi del rettore dell’Università Parthenope, Antonio Garofalo. La misura è stata firmata dal gip Nicola Marrone nell’ambito di un’inchiesta più ampia coordinata dalla Procura di Napoli, che ieri ha disposto complessivamente 17 provvedimenti cautelari.
L’indagine, condotta dai pm Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri con il coordinamento dell’aggiunto Michele Del Prete, ruota intorno al presunto sistema di gestione irregolare degli appalti attribuito a Nicola Ferraro, ex consigliere regionale Udeur già coinvolto in vicende legate al clan dei casalesi e condannato in passato per concorso esterno in associazione camorristica.
Il ruolo del rettore
Secondo l’accusa, Garofalo avrebbe favorito la revoca dell’appalto di guardiania già assegnato alla Romeo Gestioni spa, per indirizzarlo alla Dussmann Service spa, azienda considerata vicina al circuito Ferraro. Una ricostruzione che il gip non ha ritenuto pienamente supportata da riscontri, tanto da ridimensionare l’ipotesi di corruzione, ma sufficiente a sostenere l’accusa di turbativa d’asta. Il rettore, difeso dal professor Vincenzo Maiello, respinge ogni contestazione: «Non ho mai avuto rapporti con persone coinvolte in questa inchiesta. Sono sereno, ho la coscienza pulita e dimostrerò la mia totale estraneità».
Il presunto viaggio “incriminato”
Al centro del fascicolo resta un soggiorno di cinque giorni a Mykonos nell’estate 2023, durante il quale Garofalo e la sorella (estranea all’inchiesta) sarebbero stati ospiti in una villa riconducibile a Massimo Cirillo, indicato come intermediario tra la Dussmann e il rettore. Spese documentate? Solo poche centinaia di euro per colazioni e servizi balneari.
Il gip, nel provvedimento, osserva: «È evidente che tali utilità non possono rappresentare il prezzo di una corruzione legata a un appalto del valore di tre milioni di euro». Resta però da chiarire il presunto intervento del rettore nella modifica dei parametri di gara, valutato come possibile turbativa.
L’Ateneo prende posizione
In una nota ufficiale, l’Università Parthenope sottolinea come le ipotesi di corruzione e di vantaggi personali derivanti dal soggiorno a Mykonos siano state già smentite dagli elementi forniti dalla difesa. «Il rettore – si legge – ha dimostrato completa estraneità alle accuse. Confidiamo che il contraddittorio processuale chiarisca ogni aspetto della vicenda».