Roberto Fico propone un codice etico con criteri rigidi per le candidature in Campania: tensioni tra i partiti, mentre Conte e Manfredi cercano di stemperare le tensioni interne alla coalizione. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Regionali Campania, scontro nel centrosinistra sul codice etico proposto da Fico
«La politica fatta di dichiarazioni e polemiche non interessa ai cittadini: bisogna occuparsi dei loro bisogni», ammonisce Giuseppe Conte, riferendosi alle frecciate quotidiane che il governatore Vincenzo De Luca rivolge a Roberto Fico. L’ex premier prova a smorzare i toni: «Qualche stilettata era prevedibile, vista la passata legislatura, ma ora è tempo di archiviare le polemiche». Eppure, all’interno della coalizione, l’atmosfera si fa sempre più pesante. A generare tensioni non sono solo le intemperanze di De Luca, ma soprattutto il codice etico per i candidati che l’ex presidente della Camera vorrebbe introdurre.
I paletti del codice etico
Secondo le indiscrezioni, Fico propone criteri molto rigidi: esclusione non solo per chi ha condanne penali definitive, ma anche per chi ha patteggiato, per i reati contro la pubblica amministrazione, per condanne della Corte dei Conti e per chi abbia fatto parte di consigli comunali sciolti per infiltrazioni camorristiche.
La valutazione dei curricula dovrebbe essere affidata a un comitato composto da ex magistrati – tra i nomi circolano Paolo Mancuso e Federico Cafiero de Raho – affiancati da amministratori esperti non candidati. Una selezione severa che spaventa soprattutto i partiti minori: i cosiddetti “portatori di voti” rischierebbero di restare fuori, con il pericolo concreto di non superare la soglia del 2,5% regionale.
Le frizioni tra i partiti
Il malumore è già emerso chiaramente: ieri a Città della Scienza si sono riuniti Conte, Fico e l’ex sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, mentre diversi segretari di partito, rimasti fuori dall’incontro, attendevano invano di discutere modifiche e deroghe. Nei prossimi giorni, insieme ai tavoli programmatici, il tema centrale resterà proprio questo: alcuni chiedono di alleggerire i criteri, ad esempio sulle condanne contabili, che rischierebbero di escludere molti ex consiglieri regionali.
Manfredi: «Serve equilibrio»
Manfredi invita a non drammatizzare: «Bisogna gestire la questione con serenità. Prima ancora del comitato etico, dovrebbero essere i partiti a segnalare i casi più critici». L’ex rettore ricorda che anche nella sua campagna elettorale aveva adottato una griglia simile, imponendo stop a chi aveva rinvii a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione. «La vera sfida – conclude – è che i partiti presentino liste credibili e trasparenti, senza nomi discutibili».