Riemergono timide speranze per un possibile rinvio delle elezioni regionali previste in autunno, e con esse la prospettiva di un’estensione della legislatura per i presidenti uscenti, tra cui Vincenzo De Luca (Campania) e Luca Zaia (Veneto).
A riaprire il dibattito è Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, lo stesso che nei mesi scorsi aveva ventilato l’ipotesi – poi naufragata – di un’apertura sul terzo mandato. Intervenendo sull’argomento, Donzelli ha definito il tema “non politico ma laico”, sottolineando la necessità di “ritrovare un modo per riallineare le elezioni a una data naturale, superando lo slittamento provocato dal Covid” come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Elezioni regionali 2025, si riapre il dibattito sul rinvio
Una dichiarazione che ha riacceso il confronto, già acceso, tra i presidenti di Regione, con schieramenti trasversali sia all’interno della maggioranza che dell’opposizione. Da un lato, De Luca, Zaia e il friulano Massimiliano Fedriga spingono per uno slittamento del voto; dall’altro, governatori come Eugenio Giani (Toscana) e Francesco Acquaroli (Marche), entrambi al termine del primo mandato e candidati alla riconferma, insistono per rispettare i tempi costituzionali.
Il governatore campano, nelle ultime ore, ha rilanciato l’allarme sulla difficoltà di approvare i bilanci regionali in caso di elezioni autunnali. Un argomento respinto dal collega toscano, che ha annunciato: «In Toscana si voterà il 12 o 19 ottobre, come previsto. Non esistono alibi tecnici o scuse procedurali per giustificare un rinvio. La democrazia non si posticipa per convenienza». Giani ha inoltre invitato altri presidenti a non usare il tema dei bilanci come pretesto politico.
De Luca, però, ha insistito: «L’ipotesi proposta dal presidente Fedriga di rinviare di tre o quattro mesi servirebbe ad approvare con serietà i bilanci di previsione. Chi vuole votare prima è solo spinto dalla paura di perdere la candidatura, come in Toscana». Un’affermazione che ha ulteriormente irrigidito i toni all’interno del Partito Democratico.
Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore campano di Forza Italia, Fulvio Martusciello, ricordando che nel 2024 in Emilia-Romagna si è votato il 18 novembre senza che ciò comportasse problemi per l’approvazione dei bilanci. «De Luca chiami Bonaccini e si faccia spiegare come si conclude una legislatura con responsabilità», ha commentato polemicamente.
A livello governativo, il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI) si era già espresso in senso contrario: «Non credo proprio serva un rinvio». Tuttavia, le parole più recenti di Donzelli sembrano lasciare aperto un piccolo spiraglio, evocando la possibilità di un allineamento delle scadenze elettorali future, pur senza indicare una linea politica definitiva.
Nel frattempo, De Luca ha approfittato dell’attenzione mediatica per lanciare nuove critiche al Governo e al Comune di Napoli. A margine di un evento pubblico, ha commentato con sarcasmo la notizia dell’assegnazione dell’America’s Cup al capoluogo partenopeo: «L’ho letto dai giornali. Forse pensavano che Napoli fosse in Scandinavia». E ha poi aggiunto: «Ricordo sommessamente che Napoli è in Campania. A un certo punto sarà necessario discuterne seriamente».
Il governatore ha inoltre sollecitato la nomina del nuovo Sovrintendente del Teatro San Carlo, rivolgendosi direttamente al Ministero della Cultura: «Ci auguriamo che venga scelta una figura competente».
Un clima, dunque, segnato da tensioni politiche e istituzionali, mentre il nodo elezioni resta ancora da sciogliere. La prossima parola spetta al Governo, chiamato a valutare se assecondare le richieste di slittamento o mantenere il calendario previsto per l’autunno.