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Regionali 2025, in Campania ancora incertezza su data e candidati: attesa per il decreto di De Luca

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Vincenzo De Luca

A differenza di altre regioni italiane, in Campania non sono stati ancora ufficializzati né i candidati né la data delle prossime elezioni regionali. Lo stesso vale per Veneto e Puglia, mentre altrove i calendari sono già definiti: in Calabria si voterà il 5 e 6 ottobre, dopo le dimissioni del presidente uscente Roberto Occhiuto; in Valle d’Aosta e Marche l’appuntamento è fissato per l’ultimo fine settimana di settembre (domenica 28 la sola Valle d’Aosta, domenica 28 e lunedì 29 le Marche). La Toscana andrà alle urne il 12 e 13 ottobre.

Regionali 2025, in Campania ancora incertezza su data e candidati

In Campania, intanto, si respira un clima di attesa che pesa anche sugli aspiranti consiglieri regionali, impossibilitati ad avviare la campagna elettorale. L’incertezza riguarda sia il calendario sia la definizione delle alleanze come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

A sciogliere il nodo è stata una sentenza del Consiglio di Stato emessa lo scorso maggio, inizialmente riferita al Veneto ma destinata a riflettersi anche sulle altre regioni. Secondo i giudici amministrativi, la durata degli organi elettivi non può essere prorogata dalle normative regionali. Per la Campania, ciò significa che il voto dovrà svolgersi entro il 23 novembre 2025, data di scadenza naturale del quinquennio di mandato. Cade così l’ipotesi di un rinvio alla primavera 2026, opzione auspicata dal Veneto e gradita anche al presidente uscente Vincenzo De Luca.

Il decreto che fisserà ufficialmente la data dovrà essere firmato entro il 23 settembre, circa sessanta giorni prima dell’appuntamento elettorale, replicando lo schema già visto cinque anni fa: nel 2020, infatti, si votò il 20 e 21 settembre, con decreto firmato da De Luca il 20 luglio.

Le trattative

Resta invece aperto il capitolo candidati. In Campania, De Luca non è più ricandidabile dopo due mandati consecutivi. L’ipotesi di un accordo con il Movimento 5 Stelle, che vedrebbe in campo l’ex presidente della Camera Roberto Fico, è subordinata a una serie di condizioni poste dal governatore uscente. Tra queste, la garanzia di continuità sui progetti avviati, la presenza di suoi fedelissimi in giunta e la possibilità di presentare due liste a lui riconducibili. Sullo sfondo, la questione più delicata: l’investitura del figlio Piero a segretario regionale del Pd. Il congresso che avrebbe dovuto sancire la sua nomina è stato rinviato per tensioni interne al partito, nonostante il sostegno della segretaria nazionale Elly Schlein.

Nel centrodestra la situazione non appare più chiara. Fratelli d’Italia spinge per la candidatura del viceministro Edmondo Cirielli, mentre altre componenti della coalizione guardano a una figura civica, come l’avvocato Giosy Romano, coordinatore della Struttura di missione Zes.

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