Rivoluzione nella Pubblica Amministrazione: sono pronte le linee guida per l’integrazione dell’intelligenza artificiale, con l’introduzione di nuove figure professionali come filosofi e architetti di sistema. Tra i nuovi profili, ci sarà anche spazio per i change manager, che avranno il compito di analizzare gli effetti dell’IA e di sviluppare le strategie necessarie per il cambiamento.
Pubblica Amministrazione: introduzione intelligenza artificiale
Una nuova figura professionale sta per emergere nella Pubblica Amministrazione: l’IA Architect. Questa figura sarà presente nei ministeri, nelle agenzie fiscali, negli enti pubblici non economici e anche a livello locale, dai Comuni alle Regioni. L’annuncio arriva dalle recenti linee guida dell’Agid per l’implementazione dell’intelligenza artificiale nel settore pubblico. Ma quali saranno le responsabilità specifiche dell’IA Architect? Nelle amministrazioni pubbliche, questa figura avrà il compito di pianificare, progettare e sviluppare ecosistemi che facilitino una comunicazione efficace tra le diverse tecnologie. In sostanza, l’IA Architect agirà come un collante per i progetti di intelligenza artificiale in tutte le loro fasi di sviluppo.
Le linee guida dell’Agid, incluse nel Piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione 2024-2026, attualmente in consultazione fino al 20 marzo, sottolineano l’importanza di potenziare le competenze interne alla Pubblica amministrazione per gestire efficacemente l’adozione dell’intelligenza artificiale e il cambiamento organizzativo e culturale che ne deriverà. Il documento prevede quindi l’introduzione di nuove figure professionali nella Pubblica amministrazione, come l’IA Architect, descritto come «un esperto capace di valutare e progettare l’architettura dei sistemi di intelligenza artificiale, garantendo che siano scalabili, sicuri e performanti».
I passaggi
Tuttavia, questo è solo uno dei professionisti dell’intelligenza artificiale che le amministrazioni dovranno iniziare a reclutare nei prossimi mesi. Saranno necessarie anche figure in grado di analizzare e valutare gli impatti sociali derivanti dall’uso dell’IA, gli IA Ethicist. Come indicano le linee guida dell’Agenzia per l’Italia digitale, il loro ruolo «dovrà essere integrato in tutto il ciclo di vita di questi strumenti» e si concentrerà su questioni quali «discriminazione, responsabilità, trasparenza e privacy».
C’è spazio anche per i change manager, i quali avranno il compito di analizzare gli impatti dell’intelligenza artificiale e di sviluppare le strategie di cambiamento necessarie. Non si tratta solo di figure tecniche: l’Agid sottolinea l’importanza di reclutare anche umanisti, come filosofi, sociologi e psicologi linguisti, affinché possano collaborare con esperti di tecnologie informatiche per affrontare le questioni etiche, sociali e culturali legate all’uso dell’IA nel settore pubblico. Inoltre, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha in programma un webinar per presentare il documento in consultazione a pubbliche amministrazioni e stakeholder. Sullo sfondo si trova il disegno di legge sull’IA, ancora in attesa di approvazione, che intende conferire ai ministri il potere di emanare decreti per stabilire le norme tecniche e operative necessarie per l’implementazione dell’intelligenza artificiale in Italia. In questo contesto di incertezza normativa, le linee guida per l’adozione dell’IA nella pubblica amministrazione si rivelano particolarmente utili come punto di riferimento.
Il documento
Il documento redatto dall’Agid, composto da 119 pagine e 9 allegati, stabilisce che le amministrazioni pubbliche hanno la responsabilità di monitorare costantemente i sistemi di intelligenza artificiale (IA) durante l’intero ciclo di vita. Nel caso in cui vengano adottati sistemi IA considerati ad alto rischio, le pubbliche amministrazioni sono tenute a effettuare una valutazione d’impatto sui diritti fondamentali in fase preliminare: questo passaggio è fondamentale per i sistemi che possono influenzare le libertà civili e l’accesso ai servizi pubblici. Riguardo all’aspetto etico dell’intelligenza artificiale, le linee guida sottolineano che la tecnologia deve essere al servizio dei cittadini, assicurando trasparenza e giustizia. Nonostante l’automazione portata dall’intelligenza artificiale, l’Agenzia per l’Italia Digitale chiarisce che la responsabilità finale delle decisioni rimane nelle mani delle amministrazioni. Infine, il documento delinea le aree prioritarie per l’impiego dell’IA da parte della pubblica amministrazione.
Le amministrazioni sono invitate a implementare sistemi di intelligenza artificiale per migliorare le procedure di acquisto e gestire le risorse in modo più efficace, identificando le priorità d’intervento. Grazie all’IA, i servizi pubblici saranno adattati alle necessità degli utenti e verranno creati modelli predittivi che favoriranno decisioni più tempestive. Inoltre, l’IA dovrà assistere le amministrazioni nell’analisi delle normative e della giurisprudenza, permettendo di redigere pareri legali più precisi, e ottimizzare la gestione documentale attraverso l’automazione della classificazione, archiviazione e recupero dei documenti.