Oltre sei milioni di euro dal Ministero dell’Istruzione per 27 scuole della provincia di Salerno: nascono laboratori innovativi per rafforzare formazione tecnica, occupazione e legame tra scuola e impresa. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Salerno: laboratori innovativi in 27 scuole grazie a fondi ministeriali
Ventisette istituti scolastici della provincia di Salerno stanno per trasformarsi in vere e proprie fucine di competenze. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, ha assegnato oltre sei milioni di euro per creare spazi didattici avanzati capaci di avvicinare gli studenti al mondo produttivo e rafforzare il legame tra scuola e impresa.
L’iniziativa rientra nel Programma Nazionale Scuola e Competenze 2021-2027, che mette a disposizione complessivamente 210 milioni di euro per rinnovare e potenziare l’istruzione tecnica e professionale, con particolare attenzione anche ai percorsi “4+2”. L’obiettivo è favorire la crescita di competenze tecniche e specialistiche, trattenere i giovani nei territori e creare nuove opportunità occupazionali qualificate.
Il capoluogo
A Salerno, il Convitto Nazionale “T. Tasso” e il Profagri rappresentano due pilastri di questo nuovo modello educativo: uno orientato alla formazione umanistica, l’altro radicato nelle filiere agraria e ambientale, entrambi proiettati verso l’innovazione. A questi si affiancano l’Istituto “S. Caterina da Siena – Amendola”, l’alberghiero “G. Virtuoso”, il “Giovanni XXIII” e il “G. Genovesi – L. Da Vinci”, ciascuno destinatario di un finanziamento di circa 201mila euro per allestire laboratori con tecnologie immersive, strumenti digitali e attrezzature professionali.
Secondo il ministro Valditara, questa rete scolastica punta a costruire un sistema educativo moderno, radicato nei contesti locali e in grado di rispondere alle esigenze delle imprese, con particolare attenzione alla Campania e al territorio salernitano.
La provincia
Nel resto della provincia il progetto si sviluppa come una mappa delle vocazioni territoriali. A Battipaglia, l’Istituto “E. Ferrari” e il “Besta-Gloriosi” sostengono i settori agroalimentare e dei servizi alle aziende. Nocera Inferiore si configura come un polo integrato con il “Cuomo-Milone”, il “Domenico Rea”, il “G. Marconi” e il “G.B. Vico”, dove trovano spazio percorsi legati a manifattura avanzata, elettronica, economia e servizi. Sarno rafforza la propria impronta scientifica con il “Fermi”, Scafati con il “Pacinotti” e Baronissi con l’istituto “Margherita Hack”, consolidando competenze legate a meccatronica e digitalizzazione.
Anche le aree interne e costiere sono coinvolte: a Buccino l’Istituto “Assteas” e a Campagna il “T. Confalonieri” portano innovazione in contesti storicamente meno raggiunti; Capaccio (con il “Piranesi”), Agropoli (con il “Vico-De Vivo”) ed Eboli (con il “Mattei-Fortunato”) costruiscono nuovi percorsi tra turismo, agritech e industria alimentare. Nel Vallo di Diano e nel Cilento, i progetti del “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina, dell’“Ancel Keys” di Castelnuovo Cilento, del “Parmenide” di Roccadaspide e dei due istituti di Sapri – “G.B. Pisacane” e “Leonardo da Vinci” – danno vita a un ecosistema educativo che integra sostenibilità, innovazione digitale e sviluppo territoriale.
Non si tratta di una semplice distribuzione di fondi, ma di una strategia che cambia il rapporto tra scuola e territorio. I laboratori diventano motori di comunità in evoluzione: scuole che non perdono i propri giovani, ma li preparano a essere protagonisti di un Sud competitivo, innovativo e centrale nel panorama nazionale.









