Cronaca Salerno, Salerno

Processo Capezzuti, la figlia di Vacchiano rompe il silenzio: “Mia madre è una assassina”

Processo Capezzuti, la figlia di Vacchiano rompe il silenzio: "Mia madre è un assassina"
La testimonianza

Nel processo per la morte di Marzia Capezzuti, la giovane scomparsa e poi ritrovata senza vita dopo mesi di maltrattamenti, la deposizione più attesa è arrivata dalla figlia di Barbara Vacchiano, una dei due imputati adulti insieme al compagno Damiano Noschese. La giovane, Anna Maria Vacchiano, ha testimoniato protetta da un paravento, per evitare di incrociare lo sguardo della madre. Accanto ai due adulti, nel procedimento figura anche il figlio minorenne della coppia, già condannato a dieci anni.

Processo Capezzuti, la figlia di Vacchiano rompe il silenzio: “Mia madre è una assassina”

Secondo il giudice che firmò l’ordinanza di custodia cautelare, Anna Maria fu l’unica, all’interno del nucleo familiare, a manifestare “un residuo di umana pietà”. Un elemento che oggi pesa ulteriormente sulle sue parole. «Sono la figlia. Ho tutto il diritto di chiamarla assassina», ha dichiarato in aula, confermando quanto già raccontato agli inquirenti e agli organi di informazione.

La giovane ha descritto scene di degrado e sopraffazione che, stando al suo racconto, si sarebbero consumate per mesi all’interno dell’abitazione familiare. Uno degli episodi più drammatici riguarda l’obbligo imposto a Capezzuti – da parte di Barbara Vacchiano – di ingoiare un mozzicone di sigaretta acceso. Dopo quel fatto, ha spiegato Anna Maria, aveva deciso di non tornare più nella casa della madre fino al 5 marzo 2022, quando trovò Marzia in condizioni gravissime. «Non stava bene. Aveva le gambe gonfie, oscillava avanti e indietro. Ripeteva solo il nome di mia madre», ha detto.

Secondo la sua ricostruzione, i rapporti tra la madre e Capezzuti erano nati in modo cordiale, ma avevano iniziato a deteriorarsi dopo la morte, per overdose, del fratello Alessandro Vacchiano, compagno della giovane. Da quel momento, Barbara avrebbe accusato Marzia della tragedia, avviando un percorso di presunte violenze, privazioni e umiliazioni. Anna Maria ha raccontato di cibo negato, divieti di lavarsi, prelievi della pensione spettante alla vittima, oltre a punizioni fisiche: «La faceva dormire per terra come un cane. Diceva che doveva essere la sua schiava». Ha aggiunto che la madre avrebbe addirittura inciso le proprie iniziali sul corpo di Marzia con un forchettone da cucina.

L’ultimo incontro tra Anna Maria e Capezzuti resta impresso nella memoria della giovane: «Puzzava di urina, non aveva più i denti. Diceva che mia madre glieli aveva strappati con una tenaglia».

In aula, la testimone ha anche rievocato episodi della propria infanzia, descrivendo un contesto familiare segnato da violenze: «Mia madre mi ha sempre picchiata. Non è la persona che sembra».

Infine, ha lanciato accuse precise verso istituzioni e servizi sul territorio: «Non stava solo a me intervenire. Carabinieri e assistenti sociali sapevano. Io ho chiamato il centro antiviolenza cinque volte. Il mio compagno ha provato a fare una denuncia anonima».

Marzia Capezzutiomicidio

Ultime notizie