D’estate i ricordi migliori non si salvano sul cloud. Hanno il sapore di sale, la pelle di sabbia e il suono delle risate con gli amici, quelli veri, in carne, ossa e infradito. A Pontecagnano Faiano, lo stabilimento balneare Ke’e Beach ha deciso di scommettere su questa semplice verità lanciando un’idea che potrebbe diventare virale senza bisogno di hashtag: il tesserino Gen-Z, pensato per ragazzi e ragazze dai 12 ai 20 anni.
Pontecagnano Faiano, al Ke’e Beach un tesserino Gen-Z a portata di paghetta
Dodici settimane di mare, attività, socializzazione e libertà digitale, tutto racchiuso in una tessera stagionale dal costo simbolico – ma molto concreto. «Non possiamo dire la cifra, non sarebbe elegante. Ma possiamo dire che equivale a dieci paghette di una famiglia che fa tanti sacrifici per arrivare alla fine del mese affinché non manchi mai nulla», racconta Martina Iacovazzo, Partner & Communication Manager del Ke’e Beach.
«Abbiamo pensato a uno spazio che non sia solo spiaggia, ma anche rifugio, incontro, scoperta. Vogliamo che i ragazzi possano tornare a vivere l’estate come si faceva una volta, ma con lo stile e la leggerezza che appartengono alla loro generazione», ha detto la Iacovazzo.
Al Ke’e Beach ci saranno attività pensate insieme ai ragazzi stessi: musica, tornei, momenti di relax, piccole sfide tra amici. Il tutto senza l’ansia dei sociali, ma con la voglia di costruire legami veri.
«Abbiamo notato che molti giovani hanno il desiderio di disconnettersi, ma non trovano contesti che glielo permettono. Noi glielo stiamo offrendo, senza retorica e senza pressioni», aggiunge la Partner & Communication Manager del Ke’e Beach.
L’iniziativa
Il tesserino Gen-Z non è una promozione, è un’idea. E forse è anche una piccola rivoluzione contro quell’estate che spesso rischia di restare chiusa tra le quattro mura di una stanza, illuminata solo da uno schermo. «Quello che vogliamo regalare non è solo un posto al sole, ma la possibilità di stare bene, di ritrovarsi, di crescere con leggerezza. Per noi è un investimento sulle persone, non un’operazione di marketing. Vogliamo essere popolari in maniera concreta», conclude la Iacovazzo.