La Campania guida il Sud nella produzione e trasformazione del pomodoro con qualità, sostenibilità e innovazione. La Doria e altre aziende trainano export e sviluppo del territorio.
Pomodoro in Campania: qualità, sostenibilità e innovazione trainano l’oro rosso del Sud
La Campania si conferma protagonista nell’industria del pomodoro, fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano, con un giro d’affari complessivo di 6,7 miliardi di euro nel 2024, di cui 5,5 miliardi derivano dal solo settore del pomodoro (dati Anicav). Nonostante il Centro-Sud abbia registrato una leggera flessione produttiva, le campagne campane hanno mostrato un incremento nella raccolta, mantenendo una qualità elevata, valutata quattro stelle.
Se la Puglia rimane il principale produttore nazionale, la Campania primeggia per la trasformazione industriale e l’eccellenza del prodotto. Tra le aziende di riferimento spicca La Doria, fondata nel 1954 ad Angri da Antonio Ferraioli, che coniuga radicamento territoriale, internazionalizzazione e innovazione. Il gruppo conta 12 stabilimenti produttivi, di cui sei in Campania, e realizza oltre l’80% del fatturato all’estero. Nel 2024 il fatturato ha raggiunto 1,3 miliardi di euro, in crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente, grazie anche a recenti acquisizioni come l’azienda ligure Clas e Pasta Lensi.
La sostenibilità e il legame con gli agricoltori sono centrali nella strategia de La Doria. Dal 2016, l’azienda ha promosso progetti per ottimizzare l’uso di acqua e fertilizzanti, applicando sistemi avanzati di misurazione nei campi e investendo in innovazione agricola. L’oro rosso campano diventa così anche un laboratorio di sperimentazione tecnologica, con percorsi formativi rivolti ai giovani e possibilità concrete di assunzione negli stabilimenti.
Per il gruppo Ferraioli, la crescita aziendale e territoriale rappresenta un motore per lo sviluppo del Mezzogiorno: “Se cresce l’economia del Sud, cresce l’Italia – afferma il presidente –. Il nostro obiettivo è combinare qualità, sostenibilità e innovazione, senza mai perdere il legame con il territorio campano”.