La Polizia Penitenziaria ha avviato la sperimentazione dello spray urticante al peperoncino per autodifesa. Il dispositivo sarà testato per sei mesi in celle, reparti e trasporti dei detenuti. Lo riporta SalernoToday.
Polizia penitenziaria, parte la sperimentazione dello spray urticante per autodifesa
Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha avviato una sperimentazione dello spray al peperoncino come strumento di autodifesa e dissuasione. Il provvedimento, firmato il 22 dicembre dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Stefano Di Michele, durerà sei mesi e introdurrà l’uso del dispositivo a base di Oleoresin Capsicum nelle operazioni quotidiane degli agenti. Le aree coinvolte nella sperimentazione comprendono le celle, i reparti interni ed esterni, corridoi, rotonde, spazi aperti e attività di trasporto dei detenuti. L’impiego è previsto anche per i gruppi speciali del Corpo (Gom, Gio e Gir), ma è vietato all’interno dei mezzi di servizio.
Secondo Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), lo spray verrà utilizzato nel rispetto del principio di proporzionalità tra offesa e difesa per fronteggiare aggressioni, minacce o resistenze. Le cartucce destinate all’addestramento e lo spray decontaminante contengono sostanze non nocive. Al termine del periodo di prova, una Commissione redigerà una relazione che sarà sottoposta al Capo del Dipartimento per decidere l’eventuale adozione definitiva.
Il sindacato ha accolto positivamente il provvedimento, sottolineando però la criticità della situazione attuale, con agenti spesso disarmati e soggetti a frequenti aggressioni. Capece ha inoltre suggerito l’eventuale introduzione di altri strumenti difensivi non letali, come il Flash Ball, che spara proiettili di gomma a bassa energia, e il BolaWrap, un laccio in Kevlar che immobilizza temporaneamente i soggetti, già in uso in alcune polizie locali italiane.