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La politica resta un affare da uomini maturi: solo il 15% delle sindache è donna, under 40 al minimo storico

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Foto generica

Un’analisi del Centro Studi Enti Locali rivela che sindaci uomini tra i 51 e i 70 anni dominano la scena politica locale. Poche donne e giovani ai vertici dei Comuni italiani. Il livello di istruzione dei sindaci non brilla: meno della metà è laureato (49%) e solo l’1% ha proseguito con studi post-laurea. Tra le sindache, invece, il 61% ha una laurea, contro il 53% dei colleghi uomini.

Politica un affare per gli uomini: solo il 15% dei sindaci è donna

La fotografia scattata dal Centro Studi Enti Locali, sulla base dei dati ufficiali del Ministero dell’Interno, è impietosa: la politica locale italiana continua a parlare soprattutto al maschile e a rivolgersi ai più maturi. I sindaci tra i 51 e i 70 anni rappresentano oltre il 56% del totale. Un dato in crescita rispetto al 2023 (54,2%) e che ribadisce una tendenza consolidata.

Mentre la tornata delle amministrative 2025 è già cominciata – con i primi quattro Comuni friulani andati al voto a metà aprile – la rappresentanza giovanile e femminile nei Comuni italiani appare ancora profondamente marginale.

Donne e giovani ancora ai margini

Le donne con la fascia tricolore sono appena il 15%, un dato invariato rispetto al 2023. Il gap resta profondo: l’85% dei sindaci è uomo. Se la Valle d’Aosta e l’Emilia-Romagna si segnalano per una maggiore presenza femminile (23%), la Sicilia e la Campania registrano le percentuali più basse, ferme al 7%.

Nemmeno sul fronte anagrafico emergono segnali di discontinuità: solo il 10% dei sindaci ha meno di 40 anni. Di questi, solo 84 sono under 30, mentre 681 hanno tra i 31 e i 40 anni. La distribuzione geografica premia ancora l’Emilia-Romagna (17% di sindaci under 40), seguita dalla Basilicata (15%) e dal Veneto (12%). Maglia nera per la Liguria (4%) e la Campania (6%).

Cultura e formazione: ancora un divario evidente

Il livello di istruzione dei sindaci non brilla: meno della metà è laureato (49%) e solo l’1% ha proseguito con studi post-laurea. Tra le sindache, invece, il 61% ha una laurea, contro il 53% dei colleghi uomini.

La disparità è evidente anche su scala territoriale: al Nord, dove l’accesso femminile e giovanile è più consistente, sembrano attecchire meglio le dinamiche di inclusione. Al Sud, la distanza resta ampia, segno di un modello politico ancora troppo ancorato al passato.

Con 473 fasce tricolori in gioco nel 2025 (di cui solo 76 in comuni sopra i 15mila abitanti), il panorama appare segnato da un rallentamento del rinnovamento e dalla persistenza di barriere strutturali, tanto per i giovani quanto per le donne. La sfida per il futuro delle amministrazioni locali non è solo gestionale, ma profondamente culturale.

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