Un’attività illecita portata avanti con metodo, continuità e particolare attenzione a non destare sospetti. È questo il quadro che emerge dall’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari due dipendenti di una pescheria di Sorrento, accusati di aver sottratto prodotti ittici per un valore complessivo stimato in circa 700mila euro nell’arco di un anno e nove mesi. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nella mattinata odierna in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Torre Annunziata.
Scoperto maxi giro di furti in una pescheria di Sorrento
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due indagati – E.G. , 60 anni e G.I., 41 anni, – avrebbero messo in atto un sistema collaudato per sottrarre il pescato senza attirare l’attenzione del titolare dell’attività, alle cui dipendenze lavoravano da tempo. Entrambi incensurati e considerati persone di fiducia, avrebbero duplicato le chiavi della serranda del negozio, riuscendo così ad accedere ai locali durante le ore notturne.
Le sottrazioni avvenivano con modalità studiate per risultare poco evidenti: quantitativi ridotti di pesce fresco, prelevati con frequenza costante, così da non incidere in maniera immediata e sospetta sulle giacenze. Il prodotto ittico veniva poi consegnato a un terzo soggetto, ritenuto complice, che si occupava della successiva rivendita, consentendo agli autori dei furti di ottenere profitti illeciti nel tempo.
I primi sospetti sarebbero maturati in seguito al fermo di uno dei due mentre trasportava pesce fresco a bordo di un’autovettura. L’episodio ha rappresentato un elemento chiave che ha spinto gli inquirenti ad avviare approfonditi accertamenti. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Sorrento sotto il coordinamento della Procura di Torre Annunziata, hanno permesso di delineare con precisione il modus operandi degli indagati.
Determinante si è rivelata l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, sia interni che esterni all’esercizio commerciale, che avrebbero documentato accessi notturni e movimenti sospetti. Ulteriori riscontri sono arrivati dall’esame dei telefoni cellulari in uso ai due dipendenti, attraverso i quali sarebbe stato possibile ricostruire contatti, orari e dinamiche dei furti.
Gli investigatori dell’Arma sono riusciti a contabilizzare complessivamente 220 episodi di sottrazione di prodotti ittici, avvenuti nell’arco temporale oggetto dell’indagine. Un numero significativo che ha consentito di quantificare il danno economico subito dalla società proprietaria della pescheria e di rafforzare il quadro indiziario a carico degli indagati.









