Cronaca Salerno, Salerno

Patteggiamenti per la bancarotta dell’ex editrice de “la Città”: dodici imputati chiudono il processo con pene pecuniarie e benefici concessi

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La Cittadella Giudiziaria
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Si chiude con una serie di accordi in aula il procedimento penale relativo al dissesto della Edizioni Salernitane srl, società che per anni ha gestito la testata “la Città” di Salerno e che fu poi travolta da una complessa vicenda giudiziaria legata alla gestione economica e amministrativa.

Il giudice per l’udienza preliminare Annamaria Ferraiolo ha infatti pronunciato dodici sentenze di patteggiamento, definendo un capitolo che aveva attirato l’attenzione del settore editoriale locale e degli ambienti economici connessi.

Patteggiamenti per la bancarotta dell’ex editrice de “la Città”

Undici imputati, ai quali veniva contestata la bancarotta fraudolenta in concorso, hanno ottenuto una pena pari a undici mesi di reclusione, successivamente commutata in una multa da 16.500 euro ciascuno.

Si tratta dell’imprenditore Vito Di Canto, della figlia Evina Di Canto — in passato amministratrice della società Quotidiani Locali srl —, dell’imprenditore Giovanni Lombardi, di Liberata Paola Murano e Raffaello Giampaola, considerati figure di riferimento nell’organizzazione societaria facente capo al gruppo Lombardi. Con loro sono coinvolti anche il commercialista Leopoldo Ferrante, le amministratrici della Editori Regionali Campania srl Maria Toni ed Emma Rossi e, per la Edizioni Salernitane, Rosario Emanuele Alfano, Raffaele D’Aprea e Alessandro Amato.

Un percorso distinto è quello di Giuseppe Carriero, liquidatore della società coinvolta, per il quale il giudice ha applicato una pena sospesa di quattro mesi di reclusione, in relazione al reato di bancarotta semplice in concorso. Tutti gli imputati hanno beneficiato della non menzione della condanna nel casellario giudiziale, un elemento che incide sulla futura incensuratezza formale. Inoltre, per D’Aprea, Amato e Ferrante è stata concessa anche la sospensione condizionale della pena.

Dal provvedimento emergono dettagli che chiariscono la ragione delle esclusioni di ulteriori sanzioni. Il giudice ha ritenuto non applicabili le pene accessorie e la confisca facoltativa, valorizzando il versamento effettuato dagli imputati alla curatela fallimentare, ritenuto sufficiente a coprire una quota significativa dello stato passivo maturato dalla società. Analogo criterio è stato applicato a Carriero, tenuto conto delle iniziative risarcitorie adottate.

La sentenza chiude una vicenda che aveva intrecciato dinamiche imprenditoriali, ruoli gestionali e responsabilità contabili di più soggetti appartenenti a differenti società del settore editoriale regionale. Il procedimento, articolato e complesso, si conclude così con una definizione condivisa tra difese e procura, senza ulteriori sviluppi dibattimentali ma lasciando un quadro preciso degli impegni economici e giuridici assunti dagli imputati per sanare, almeno in parte, il danno derivante dal fallimento.

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