È arrivato alla sua conclusione il progetto dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni denominato R.A.MO.CA. acronimo di “Roditori Arboricoli Montagne di Casalbuono.”
Parco del Cilento, si conclude il progetto “Roditori Arboricoli Montagne di Casalbuono”: i risultati
Sabato 11 ottobre alle 16,00 presso la sede dell’Ente Parco di Villa Matarazzo a Santa Maria di Castellabate verranno presentati i risultati delle attività e verrà proiettato il cortometraggio che racconta le varie fasi del progetto
Il progetto R.A.MO.CA. è finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU (Missione 4 Componente 1) tramite un bando a cascata del National Biodiversity Future Center (NBFC) e, come suggerisce il nome, ha come focus principale lo studio i roditori arboricoli della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Montagne di Casalbuono”, sito della rete Natura 2000 gestita dall’Ente Parco.
Il progetto, ideato dall’Ente Parco in collaborazione con la società di consulenza ambientale Kayla Nature srls, interessa le seguenti specie target: Ghiro (Glis glis); Moscardino (Muscardinus avellanarius); Topo quercino (Eliomys quercinus); Driomio bruzio (Dryomys aspromontis); Scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis); Scoiattolo variabile (Callosciurus finlaysonii).
Nonostante la presenza delle prime tre specie sia ben nota negli ambienti di bosco mediterraneo, a causa delle loro abitudini particolarmente elusive, si sa ancora molto poco riguardo la loro ecologia. Per quanto invece riguarda il Driomio bruzio e lo Scoiattolo meridionale, la loro presenza all’interno del Parco non è stata ancora confermata e questo rende lo studio ancora più interessante!
La ZSC “Montagne di Casalbuono” rappresenta un’area potenzialmente valida in cui ricercarne la presenza in quanto contigua ai rilievi calabro-lucani in cui queste specie – entrambe endemiche dell’Italia meridionale – sono presenti.
Il caso dello Scoiattolo variabile, invece, è diverso: si tratta di una specie alloctona invasiva, originaria del Sudest Asiatico e introdotta accidentalmente, e ora diffusa in diverse zone del Parco.
Le fototrappole
Per raggiungere gli obiettivi del progetto R.A.MO.CA. si è deciso di procedere lungo due binari paralleli, complementari tra loro. Il primo prevede l’utilizzo di fototrappole, ma con una particolarità: a differenza della maggior parte degli studi simili, in questo caso le fototrappole verranno installate direttamente tra i rami, dove i roditori arboricoli trascorrono gran parte della loro vita. Il progetto si caratterizza quindi come uno dei primi lavori in Europa ad utilizzare questa tecnica per lo studio delle specie arboricole.
Alla società di esperti tree climbers “Treeworkers Napoli” è stata affidata l’attività che riguardano l’installazione dei dispositivi, distribuiti lungo tutta l’altezza degli alberi. Questa tecnica consente di contattare le specie target nel loro habitat naturale, raccogliendo informazioni fondamentali sulla loro presenza e comportamento. La società “NEMO srl”, realtà che vanta un’esperienza pluridecennale in materia di monitoraggi faunistici, invece, è affidataria delle azioni relative il monitoraggio tramite fototrappolaggio e la conseguente analisi scientifica dei raccolti.
Anche la cittadinanza coinvolta
Il secondo asse su cui procede la raccolta dati, per la quale è stato affidato l’incarico alla società di zoologi “Kayla Nature srls”, ha previsto il coinvolgimento diretto della cittadinanza, attraverso diverse iniziative di citizen science.
Nello specifico, è stato attivato un progetto iNaturalist, in cui chiunque osservi una delle specie oggetto dello studio (o le loro tracce) potrà caricare la propria segnalazione. Per promuovere l’iniziativa anche tra escursionisti e appassionati di montagna, inoltre, la società ha provveduto all’istallazione di pannelli informativi lungo alcuni sentieri CAI che attraversano l’area di studio: inquadrando un semplice QR code è possibile accedere direttamente alla pagina del progetto e caricare il dato.
Parallelamente, la Kayla Nature ha curato la predisposizione e la disseminazione di un sondaggio rivolto agli abitanti del territorio, pensato non solo per raccogliere eventuali dati di presenza ma anche per capire come vengono percepite queste specie da chi vive quotidianamente in queste aree.
Queste testimonianze, oltre ad estendere il monitoraggio a un’area più ampia rispetto a quella coperta dalle fototrappole, arricchendo il monitoraggio con informazioni che solo chi vive costantemente il territorio può fornire, consentono anche di cogliere elementi del rapporto uomo-fauna che spesso sfuggono agli strumenti classici della ricerca. In particolare, è stato fondamentale ascoltare e comprendere le esperienze di chi ha subito danni legati alla presenza di specie alloctone invasive.
E non finisce qui: il Parco ha affidato anche alla Kayla Naturel’incarico di realizzazione di un cortometraggio che racconta il progetto R.A.MO.CA. attraverso immagini, voci e testimonianze raccolte sul campo.