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Pagani, a processo Marcello Santelia: custodiva 51 quadri di Picasso, “Sono false”

Pagani falsi quadri Picasso

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Potrebbe arrivare oggi la tanto attesa decisione del giudice dell’udienza preliminare di Roma in merito al processo con rito abbreviato che vede imputato un uomo di 77 anni originario di Nocera Inferiore ma residente a Pagani: l’uomo è accusato di detenzione di opere contraffatte e ricettazione in relazione a 51 quadri attribuiti a Pablo Picasso, che secondo la Procura sarebbero falsi.

Pagani, falsi quadri di Picasso: a processo Marcello Santelia

Durante l’udienza dello scorso 4 aprile, sono stati ascoltati i quattro periti nominati dal GUP: un’esperta storica dell’arte e tre grafologi. A questi si sono aggiunti due consulenti della difesa, l’esperto d’arte Stefano Liberati, presidente dell’Unione Europea Esperti Opere d’Arte, e il grafologo Alberto Bravo. Entrambi sono stati indicati dai legali dell’imputato.

A curare la collezione contestata è il maestro ceramista Lucio Ronca, il quale precisa: “Marcello Santelia è solo un erede del mercante d’arte Giovanni Santelia, suo padre, e non appartiene a nessuna delle figure degli operatori nel campo dell’arte così come indicati dalla Corte di Cassazione, ovvero non è un mercante d’arte, né uno speculatore occasionale e soprattutto non è un collezionista, non avendo acquistato alcuna opera di quelle che gli sono state sequestrate. Auspichiamo che le opere vengano dichiarate autografe del grande artista Pablo Picasso”.

La vicenda: da Dubai al sequestro

L’indagine prende avvio alla fine del 2017, quando il 77enne tenta di vendere una delle opere all’estero, precisamente a Dubai. Per farlo, presenta richiesta di esportazione al Ministero della Cultura. Il Ministero, per esprimere un parere sulla genuinità del dipinto, si rivolge alla Fondazione Picasso, che segnala la falsità dell’opera e una firma apocrifa.

L’intervento dei Carabinieri porta alla scoperta della collezione completa presso l’abitazione dell’uomo, con il conseguente sequestro delle 51 opere. Il pubblico ministero di Roma ha formalizzato nell’aprile 2023 la richiesta di rinvio a giudizio. La difesa ha quindi optato per il rito abbreviato condizionato alla perizia, accettato dal GUP a fronte delle perizie contrastanti presentate dalle parti

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