Il sindaco di Camerota Scarpitta respinge le presunte accuse di omofobia rivolte al consigliere: «Bugie e ricostruzioni distorte. Chiederò di essere ascoltato in Procura». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Accuse di omofobia a Camerota, il commento del sindaco Scarpitta
Una polemica infuocata scuote il consiglio comunale di Camerota. Il sindaco Mario Scarpitta respinge con fermezza le accuse di omofobia mosse dall’opposizione, nate da uno scontro verbale con il consigliere di minoranza Giangaetano Petrillo, apertamente gay. «Non sono un sindaco omofobo – afferma Scarpitta –. Ho chiamato Petrillo “bamboccio” e “ninnillo”, ma mai con epiteti offensivi legati alla sua identità. Le accuse che circolano sono basate su ricostruzioni false e distorte dei fatti».
Il primo cittadino spiega che il confronto è avvenuto subito dopo la seduta del consiglio: «Petrillo si è avvicinato molto agitato, lamentandosi che ridevo durante il suo intervento. Nel tentativo di calmare la situazione, ho chiesto che si allontanasse da me il “bamboccio” – una parola che non ha nulla a che vedere con l’orientamento sessuale. Non ho mai usato parole omofobe».
Scarpitta ricorda inoltre che Petrillo, fino a poco tempo fa, era suo vice in maggioranza. «Ora che è passato all’opposizione, vogliono dipingermi come un sindaco omofobo, sessista e fascista. Non lo permetterò». Il sindaco ha annunciato di aver chiesto ufficialmente di essere convocato in Procura, non solo per questa vicenda, ma anche per altre denunce che, a suo dire, hanno lo scopo di denigrare il suo lavoro e la sua persona. «Alcuni sono già rinviati a giudizio per oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione e calunnia. Ne parleremo quando sarà il momento», conclude.