La Procura di Vallo della Lucania ha ricostruito la dinamica dell’omicidio avvenuto al culmine di una sparatoria dopo un furto a Foria di Centola: la salma del 26enne nascosto vicino casa e poi sepolta altrove. Sono ancora in corso le indagini. Lo riporta Giornale del Cilento.
Omicidio dopo un furto a Centola: la ricostruzione della Procura
Una vicenda drammatica e complessa emerge dalla ricostruzione della Procura di Vallo della Lucania riguardo ai fatti accaduti la sera del 22 giugno scorso a Foria di Centola. In quella data, tre uomini avevano fatto irruzione in due ville per compiere furti, ma l’azione si è trasformata in tragedia con una sparatoria che ha causato la morte di uno dei ladri, Rivaldo Rusi, cittadino albanese di 26 anni.
Le forze dell’ordine, guidate dalla Procura presieduta dal dottor Francesco Rotondo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di uno dei complici, Xhuljan Curti, 27 anni, accusato di tentato furto, rapina impropria e porto illegale di arma da fuoco. Curti era già ricercato per reati commessi in Toscana.
La sera dell’incidente, l’imprenditore Aurelio Valiante, proprietario di una delle ville prese di mira, svegliato da rumori sospetti, è uscito con un fucile in mano. Secondo la sua versione, uno dei ladri avrebbe sparato contro di lui con una pistola trovata nella cassaforte della casa, e lui avrebbe risposto al fuoco ferendo un intruso. Tutte le armi erano detenute regolarmente. All’arrivo dei carabinieri, il personale medico del 118 stava già soccorrendo un ferito, mentre la moglie di Valiante raccontava l’accaduto. Il ferito venne trasportato d’urgenza all’ospedale di Vallo della Lucania e successivamente trasferito a Napoli.
La confessione
Il 25 giugno, Valiante ha confessato in Procura, assistito dal suo avvocato Antonello Natale, di aver sparato due colpi di fucile e di aver colpito mortalmente un secondo uomo, poi identificato come un altro complice. Preso dal panico, l’uomo ha ammesso di aver nascosto il corpo vicino alla sua abitazione e, la notte seguente, di averlo trasportato e seppellito a Limazzo, nel comune di San Severino di Centola. La suocera di Rusi aveva già riferito ai carabinieri che il corpo sarebbe stato nascosto, poiché alcuni familiari avevano parlato con Curti, ricoverato a Napoli. Inoltre, la notte dopo l’accaduto, una trentina di cittadini albanesi si erano recati in via Carpine per richiedere la restituzione della salma.
La confessione ha consentito ai carabinieri, coordinati dalla Procura, di ritrovare il corpo con l’aiuto delle compagnie di Sapri, Sala Consilina, del Reparto Territoriale di Vallo della Lucania e della Sezione Investigazioni Scientifiche di Salerno. Valiante ha indicato il luogo esatto del nascondiglio. Lui è indagato per omicidio, mentre insieme al fratello Marco risponde anche di occultamento di cadavere.
Il proprietario e la famiglia trasferiti in una località protetta
La famiglia Valiante è stata trasferita in una località protetta fuori regione per timore di ritorsioni, dopo che ignoti hanno tentato di verificare la loro presenza nell’abitazione la notte successiva ai fatti. Anche sui social, come TikTok, sono state rivolte minacce contro la famiglia. I Valiante hanno avviato una raccolta fondi per affrontare le spese legali.
In corso le indagini
Le indagini proseguono, mentre è stata appena completata l’autopsia sul corpo di Rivaldo Rusi, che ha rilevato che il colpo letale è stato sparato alle spalle, probabilmente mentre il giovane cercava di fuggire. Un terzo complice è ancora latitante. La Procura attende l’autorizzazione del consolato albanese per la restituzione della salma ai familiari, in modo che possano celebrarne i funerali.