Marco Aiello, accusato dell’omicidio della moglie Maria Rosa Troisi e dell’interruzione volontaria di gravidanza aggravata dalla consapevolezza dello stato interessante della donna, è stato ritenuto affetto da seminfermità mentale al momento del delitto come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
È quanto emerge dalla super perizia psichiatrica depositata in aula durante l’ultima udienza del processo in corso dinanzi alla Corte d’Assise di Salerno. Secondo i consulenti incaricati dal collegio giudicante – lo psichiatra Luca Bartoli e lo psicoterapeuta Vincenzo Scarallo – l’imputato presentava una «scemata capacità di intendere» al momento dei fatti, ma è stato giudicato capace di partecipare al processo e «socialmente pericoloso».
Omicidio Maria Rosa Troisi, seminfermità mentale per Marco Aiello
Il procedimento riguarda l’omicidio della 37enne Maria Rosa Troisi, avvenuto il 20 settembre 2023 all’interno della villetta di famiglia in località Lago a Battipaglia, dove la donna viveva con il marito e i figli. La vittima, originaria di Solofra, fu colpita mortalmente a coltellate all’interno della propria abitazione. L’uomo è attualmente imputato per omicidio volontario aggravato e procurato aborto.
La perizia appena discussa in aula si è resa necessaria per risolvere i contrasti tra precedenti valutazioni psichiatriche. La prima perizia affidata alla dottoressa Russo aveva escluso qualsiasi infermità mentale, mentre il consulente della difesa, il dottor Tramontano, aveva sostenuto la totale incapacità dell’imputato. Di fronte al conflitto tra gli specialisti, la Corte presieduta dal giudice Diograzia, con giudice a latere Passaro, ha disposto una perizia super partes affidata a un collegio peritale composto da due esperti esterni.
Complessivamente, sono intervenuti sei consulenti tecnici nel procedimento: oltre ai due periti della Corte e a quelli della difesa e dell’accusa, anche i consulenti nominati dalle parti civili. La parte civile è rappresentata dai fratelli della vittima, assistiti dall’avvocata Maranzino, e dai figli minori, rappresentati dall’avvocata Angela Inghilleri. Partecipano inoltre come parti civili alcune associazioni impegnate nella tutela delle donne vittime di violenza, tra cui “Spazio Donna”, “Polis”, “Non sei sola”, e il Comune di Battipaglia. I consulenti di parte civile hanno concluso unanimemente per la piena capacità dell’imputato al momento del fatto.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dalla Procura, il movente dell’omicidio risiederebbe nella gelosia morbosa dell’uomo, convinto che la moglie avesse relazioni extraconiugali. La tensione coniugale sarebbe andata avanti per mesi, culminando nel tragico epilogo. La mattina del delitto, Aiello avrebbe lamentato sintomi fisici quali tachicardia e dolori addominali. Dopo un rifiuto da parte di un vicino e della madre di contattare la polizia, l’uomo avrebbe chiamato egli stesso il 112, per poi impugnare un coltello e colpire la moglie ripetutamente fino ad ucciderla.