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Omicidio Bonomelli, interrogati i quattro arrestati: “Volevamo solo stordirlo, non pensavamo potesse morire”

Oggi, 12 novembre, sono stati interrogati i quattro arrestati per l’omicidio dell’imprenditore Angelo Bonomelli. I quattro ladri avevano un appuntamento con l’imprenditore il 7 novembre, e il giorno dopo è stato trovato morto nella sua auto.

Interrogati i quattro arrestati dell’omicidio di Bonomelli

Hanno parlato tutti e quattro, in carcere, nella mattinata di sabato 12 novembre. Matteo Gherardi, di 33 anni, il padre Luigi di 68 anni, la fidanzata Jasmine Gervasoni, di 23 anni e l’amico Omar Poretti di 24 anni, arrestati per la morte di Angelo Bonomelli.

L’imprenditore ottantenne di Trescore è stato trovato morto nella sua automobile, l’8 novembre, per un malore secondo l’accusa provocato dal Rivotril versato in una bibita, al bar dell’incontro, il Sintony di Entratico.

L’interrogatorio

I primi tre, di Gaverina, assistiti (il 33enne) dall’avvocato Gianluca Quadri e (il padre e la fidanzata) dall’avvocato Roberta Zucchinali hanno spiegato al giudice delle indagini preliminari Maria Beatrice Parati che l’appuntamento era per il sito Internet per rilanciare Villa Ortensie, l’hotel a 4 stelle con centro termale di Bonomelli, a Sant’Omobono.

Secondo la loro versione, non avevano intenzione di uccidere l’uomo. L’idea di versare il medicinale è stata presa in quel momento. “Volevamo stordirlo per prendergli l’orologio, non pensavamo potesse morire”, è il senso delle loro parole. Il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni (che ha partecipato agli interrogatori di convalida degli arresti) ipotizza l’omicidio volontario, l’orientamento è quello del dolo eventuale: per l’età di Bonomelli i quattro dovevano mettere in conto la possibilità che un medicinale così forte potesse provocarne anche la morte.

Gli interrogatori sono durati dalle 11 alle 14, il giudice deciderà in giornata sulla convalida dell’arresto dei tre e di Poretti, difeso dall’avvocato Luca Bosisio. I difensori hanno chiesto una misura meno dura del carcere, gli arresti domiciliari. A carico di Matteo Gherardi risultano altre denunce per rapina, le vittime, tra cui una zia, sostengono di essere state narcotizzate.

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