Omicidio Angelo Vassallo: si è aperto a Salerno il processo a 15 anni dall’assassinio del “sindaco pescatore”. Quattro imputati e 23 richieste di costituzione di parte civile. Lo riporta Il Mattino.
Omicidio Vassallo, prima udienza: «Un delitto contro lo Stato»
Dopo quindici anni di attesa, si apre il processo per l’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, assassinato la notte del 5 settembre 2010. Alla cittadella giudiziaria di Salerno, l’aula si è riempita di istituzioni, avvocati e familiari della vittima: ben 23 le richieste di costituzione di parte civile, tra cui Presidenza del Consiglio, Ministeri della Giustizia e dell’Interno, Regione Campania e diversi comuni cilentani.
Gli imputati e le accuse
Sul banco degli imputati figurano il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. Contestata l’accusa di omicidio aggravato dal metodo mafioso; per Cagnazzo pende anche quella di depistaggio. A latere, Giovanni Cafiero è imputato per fatti legati al traffico di droga. A sorpresa, anche Bruno Humberto Damiani, l’italo-brasiliano inizialmente coinvolto nelle indagini e poi scagionato, ha chiesto di costituirsi parte civile, denunciando un depistaggio che lo avrebbe trascinato ingiustamente nel procedimento.
Le parole della famiglia Vassallo
Presenti in aula i fratelli Dario e Massimo Vassallo. «Non cerchiamo vendetta, ma verità», ha detto Dario, sottolineando che questa è «una giornata importante non solo per la Fondazione, ma per l’Italia intera». Poi l’affondo alla politica: «Il Partito Democratico dovrebbe chiedere scusa ad Angelo inginocchiandosi. Io non li perdonerò mai».
L’Avvocatura dello Stato: «Un crimine che colpisce le istituzioni»
L’intervento dell’Avvocatura ha sottolineato il discredito arrecato alle istituzioni dalle accuse contro due uomini in divisa, chiamati a difendere la legalità e ora imputati per il delitto. Al fianco della famiglia, anche l’avvocato Antonio Ingroia, che ha ricordato: «La giustizia arriva, magari tardi, ma arriva».
Prossime tappe
Il giudice Giovanni Rossi ha rinviato al 17 ottobre la prossima udienza. In quella sede dovrà pronunciarsi anche sulla richiesta di rito abbreviato avanzata dal legale di Romolo Ridosso, con la riforma penale che potrebbe non applicarsi retroattivamente ai fatti del 2010.