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De Niro, il nipote è morto per droga Fentanyl: cos’è e quali sono gli effetti

Il nipote di Robert De Niro è morto, il 3 luglio, a causa dell’assunzione della droga Fentanyl, ma cos’è e quali sono i suoi effetti. Il fentanyl è un oppiaceo sintetico approvato dalla Food and Drug Administration per l’uso come analgesico e anestetico.

Leandro De Niro morto per droga Fentanyl: cos’è

Come riporta il sito DEA (Drug Enforcement Administration): “È circa 100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina come analgesico”. Le cause del decesso del nipote di Robert De Niro non sono state ancora ufficializzate,  ma sua madre, Drena De Niro (figlia dell’attore) è certa del fatto che il ragazzo sia morto per un’overdose da pillole contenenti fentanyl. “Qualcuno gli ha venduto delle pillole contenenti fentanyl, e sapevano benissimo quello che gli stavano dando – ha scritto Drena De Niro nei commenti a un suo post sul suo profilo Instagram -. Per colpa di questa gente che vende questa merda, mio figlio se n’è andato per sempre”.

Al momento la polizia sta indagando sull’ipotesi di overdose, ipotesi che potrebbe essere confermata anche da fonti vicine alle autorità.

A cosa serve

Il fentanyl è un potente farmaco oppioide sintetico che negli anni Sessanta è stato approvato dalla Food and Drug Administration come analgesico e anestetico. Il farmaco si presenta come una polvere bianca che può essere somministrata tramite iniezione, sotto forma di pastiche o di cerotti da applicare sulla pelle. Per poterlo assumere è necessario la prescrizione medica, solitamente viene usato su pazienti oncologici o nella medicina veterinaria.

Gli effetti del fentanyl

Oltre alla sua azione analgesica, il fentanyl assunto a breve termine può causare stordimento ed euforia (meno marcata rispetto all’eroina e alla morfina), ed effetti collaterali come nausea, capogiri, vomito, affaticamento, mal di testa, costipazione, anemia e edema periferico. Tra le conseguenze più gravi legate al sovradosaggio figurano stupore, alterazioni delle dimensioni della pupilla, pelle fredda e umida, cianosi, coma e insufficienza respiratoria che porta alla morte. La presenza contemporanea di coma, pupille puntiformi e depressione respiratoria sono fortemente indicative di avvelenamento da oppiacei.

Negli esseri umani sono sufficienti 2 mg di fentanyl per essere letali. “Tuttavia – si legge sul sito della Direzione Centrale per i Servizi di Droga – nei decessi in cui figurava la poli-assunzione è stata registrata una concentrazione sanguigna di circa 7 ng/ml o più. Mentre sono state registrate delle morti accidentali dopo l’uso terapeutico, si sono verificati molti decessi a seguito dell’abuso di prodotti farmacologici. Il contenuto di cerotti usati e non, assunto tramite iniezioni, fumo, per via orale o nasale, ha spesso portato a conseguenze fatali”.

I decessi per overdose

Tra il 2011 il 2012, negli Stati Uniti si è registrato un numero significativo di morti (2600) a seguito dell’ingestione di fentanyl sintetizzato o “creato” illecitamente. Il numero di decessi è aumentato drasticamente fino a raggiungere i 258.000 casi registrati tra il 2013 e il 2021. Queste morti sono state causate principalmente dal fentantyl e dai suoi analoghi prodotti illegalmente. Il fentanyl viene prodotto illegalmente sotto forma di polvere gialla (in gergo detta “Persiano Bianco”) iniettata per via endovenosa, di pastiglie orali, di cerotti transdermici o anche di cartoncini (in gergo detti “trip di carta”). La polvere viene anche utilizzata, – come xilazina (la “droga zombie) – per “tagliare” altre partite di droga per prolungarne gli effetti euforizzanti.

In Italia, il fentanyl, insieme a circa 30 suoi analoghi, è stato inserito nella Tabella I delle sostanze stupefacenti (fonte: Direzione centrale dei servizi antidroga) e si trova anche nella Tabella dei medicinali e nell’Allegato III-bis tra i medicinali “per la terapia del dolore severo che usufruiscono delle modalità prescrittive semplificate”.

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