Tragedia del Natisone: il terrore e le suppliche nelle tre telefonate di Patrizia ai vigili del fuoco. «Ancora lei? Ci vuole un attimo». Bianca paralizzata dalla paura, mentre Cristian grida: “Hilfe”.
Tragedia del Natisone, il terrore e le suppliche nelle tre telefonate
Nelle tre chiamate che Patrizia ha effettuato al numero unico di emergenza, il 112, e successivamente ai vigili del fuoco, emerge chiaramente la preoccupazione e il terrore dei tre giovani. Gli audio sono stati trasmessi in un servizio de Le Iene. «Vi prego, l’acqua sta salendo, non abbiamo molto tempo!», singhiozza Patrizia Cormos al telefono con l’operatore dei vigili del fuoco mentre il fiume Natisone continua a ingrossarsi. Nel frattempo, Cristian Molnar grida “Hilfe” (aiuto in tedesco), mentre Bianca Doros è paralizzata dalla paura, non sapendo nemmeno nuotare. La voce dall’altra parte della linea, invece, rimane calma, richiede informazioni, foto e la posizione esatta tramite WhatsApp, assicurando che i soccorsi sono stati allertati: «Arrivano, ma ci vuole un attimo».
Nelle tre telefonate effettuate da Patrizia al numero unico di emergenza, il 112, e successivamente trasferite ai vigili del fuoco, emerge chiaramente la preoccupazione e la paura intensa dei tre giovani. La sua voce, inizialmente tremante ma determinata a fornire quante più informazioni possibili agli operatori, diventa progressivamente sempre più angosciata e terrorizzata, fino a trasformarsi, nell’ultimo momento, in un vero e proprio grido d’aiuto, interrotto da singhiozzi e dalla voce lontana di Cristian che cerca di attirare l’attenzione dei passanti.
Le registrazioni di quel 31 maggio 2024 sono state rese pubbliche dalle Iene in un servizio trasmesso ieri sera, 2 marzo, in cui la giornalista Roberta Rei, insieme alla madre di Patrizia, torna sul luogo del fiume per ricostruire quanto accaduto in quei drammatici 41 minuti in cui i tre ragazzi hanno lottato per la loro vita.
La gita sul Natisone
Patrizia aveva appena superato un esame impegnativo all’Università. La ventenne, iscritta all’Accademia delle Belle Arti, invia un video a sua madre Mihaela per chiederle se può andare con gli amici al «Lago di Premariacco» (il Natisone). «Andiamo a scattare delle foto, fare un giro e torno presto», racconta la donna alle Iene. «Va bene, amore, vai», è la risposta di Mihaela.
Così, insieme all’amica Bianca e al suo fidanzato Cristian, partono. Parcheggiano l’auto lungo la strada, poiché non possono avvicinarsi di più a causa del divieto di accesso ai veicoli (oltre ai divieti di balneazione e al cartello di pericolo di annegamento). Ma a piedi possono proseguire.
I ragazzi arrivano vicino al fiume, scattano alcune foto e girano qualche video. Sono felici, scherzano tra di loro e si divertono.
La prima chiamata
Improvvisamente, la situazione cambia drasticamente. Il livello dell’acqua del Natisone comincia a salire e Bianca, che non sa nuotare, si trova in difficoltà. Cristian cerca di capire quanto sia aumentato il livello del fiume e si attiva.
La prima chiamata al 112 avviene alle 13:29, quando Patrizia compone il numero e descrive all’operatrice ciò che sta succedendo. La telefonata viene poi inoltrata ai vigili del fuoco. Di seguito riportiamo la sequenza trasmessa a Le Iene.
P: «Pronto siamo a Premariacco, siamo andati su un lago, c’è una stradina, siamo qui, si è allagato tutto»
V: «Io so che a premariacco c’è un fiume, il Natisone. Può essere quello?»
P: «Non so se è quello perché è la prima volta che veniamo qua».
V: «Cosa vede? Mi racconti»
P: «Siamo in mezzo ai boschi, vicino a un ponte».
V: «E il problema qual è? Che vede l’acqua alzarsi e lei è con la macchina nell’acqua?»
P: «No, no, no. siamo venuti a piedi perché non si può passare con le macchine. L’acqua si inizia ad alzare e siamo rimasti bloccati tipo come su un’isola».
V: «Ah ok ho capito e in quanti siete?»
P: «Siamo in 3»
V: «Vede un ponte con le arcate? Con le macchine che passano sopra?»
P: «Sì sì sì»
V: «Ok, un ponte storto»
P: «Curvo, sì. Se può fare in fretta perché si sta allagando tutto»
V: «Sì sì mando subito la partenza»
P: «Perfetto. Grazie»
La seconda chiamata
Sei minuti dopo la prima telefonata, alle 13:36, Patrizia effettua una seconda chiamata.
P: «Sono sempre io»
V: «Dica signora»
P: «L’acqua si sta allargando, siamo bloccati»
V: «Ma non riuscite ad andare in su voi signora?»
P: «No no. L’acqua è talmente alta che ci prende la corrente»
V: «Allora mi spieghi un attimo. Voi riuscite a capire se siete sotto il ponte romano o sopra?»
P: «Siamo sotto sotto sotto sotto il ponte»
V: «La parte sotto il ponte romano. Quanto distante dal ponte davanti a lei?»
P: «Un 200 metri, io vedo il ponte davanti a me, vedo le macchine passare»
V: «Lei ha la possibilità di mandarmi la posizione se le do un Whatsapp?»
P: «Sì sì la prego»
V: «Si scriva questo numero. 36010… mi mandi una posizione signora. Allora noi stiamo venendo lì signora ma ci vuole un attimino. Cercate di stare più possibile dove riuscite ad andare in su magari»
P: «Non possiamo, ci sono dei rami, non so se appigliarmi»
V: «Ma siete già con i piedi nell’acqua?»
P: «Eh tra un po’ sì. Mancano non so 10 minuti o neanche 2 minuti e siamo nell’acqua»
V: «Eh signora bisogna che cerchiate di prendervi da qualche parte perché noi ci vuole un attimino, non è che possiamo.. ok? Ma comunque ci mandi intanto la posizione e arriviamo, va bene?»
P: «Aspetti solo che non la trovo su whatsapp. Ecco forse sì è questo. Mi sa che gli è arrivata la posizione»
V: «Adesso vediamo signora, stia lì eh»
L’operatore posa la cornetta e dice a qualcun altro «È venerdì, chiedi. Non è che ci riusciamo a preparare un elicottero?». Nel frattempo ci sono delle urla in sottofondo, è Cristian che chiede aiuto in tedesco: «Hilfe».
V: «Signora ma dalla posizone che ho mi sembra che siate a nord del ponte diciamo
P: «Guardi è la prima volta non so dove»
V: «Ci sono muri di roccia di qua e di là?»
P: «Sì sì sì»
V: «C’è una cascata lì?»
P: «Sì ma non si vede, c’è tanta corrente qui. La prego signore».
V: «Eh si si si. Eh. Sì allora adesso cercate di tenere duro che siamo arrivando».
P: «In quanti minuti arrivate?»
V: «Eh ci vuole un attimino. Siamo lì a Cividale ma ci vuole un attiminino»
P: «La prego in fretta»
Cividale del Friuli si trova a circa 5 chilometri da Premariacco. A questo punto, l’operatore mette nuovamente i ragazzi in attesa per 6 minuti. Nell’audio diffuso dalle Iene si può ascoltare la musica della centrale dei vigili del fuoco per le chiamate in attesa, accompagnata dalle urla di Cristian e dalle suppliche di Patrizia che piange e ripete: «Vi prego». Sono le 13:48, 18 minuti dopo la prima chiamata.
Al Nue giungono anche le segnalazioni di una signora, di due ragazzi e di un carabiniere che assistono alla scena e considerano la «situazione urgente e grave», tanto da contattare i soccorsi per richiedere un intervento immediato.
La terza
La terza e ultima telefonata di Patrizia viene gestita da un operatore del 112, che la inoltra nuovamente ai vigili del fuoco. Prima che questi ultimi prendano in carico la situazione, nell’audio diffuso dalle Iene si sente un vigile del fuoco dire: «Ancora la signora?».
P: «Mi sente?»
V: «Sì la sento signora. Com’è la situazione?»
P: «L’acqua sta crescendo, non abbiamo tanto tempo. La prego!»
V: «Eh signora stiamo arrivando eh. Ci vuole un attimino»
P: «Venite forse con l’elicottero perché non so se potete venirci a salvare».
V: «Sì noi abbiamo attivato anche quello signora adesso»
P: «Vi prego perché non ce la facciamo più. Mancano neanche due minuti e si allaga tutto e noi possiamo neanche più prenderci da qualcosa perché ci sono le correnti»
V: «Da quel telefonino lì con il Whatsapp che mi ha mandato mi faccia qualche foto in giro e me le mandi signora e inquadri il ponte, inquadri dall’altra parte così abbiamo riferimenti ancora più precisi».
Patrizia segue attentamente le istruzioni dell’operatore, scatta alcune foto e registra un video che si ferma sull’immagine di Bianca con un’espressione terrorizzata. La chiamata si interrompe poi, mentre i ragazzi si abbracciano in attesa dei soccorsi, che arriveranno alle 14 con la prima squadra dei vigili del fuoco.
Un pompiere si lancia in acqua nel tentativo di salvarli, ma la corrente è troppo impetuosa. I vigili del fuoco giungono con l’autoscala che stavano utilizzando poco prima per rimuovere un albero da una strada, ma non riescono a raggiungerli. Cristian è il più vicino alla corda, ma non riesce a afferrarla. I tre ragazzi non sono più abbracciati; la forza dell’acqua ha spezzato quel legame. Alle 14:10, il Natisone li inghiotte, e alle 14:13 arriva l’elicottero, ma è ormai troppo tardi.
Quegli ultimi 41 minuti
Il servizio delle Iene ripercorre quei drammatici ultimi 41 minuti. Alla fine, la madre di Patrizia dichiara: «Loro erano lì, consapevoli che stavano per morire. Ora devono rispondere delle loro azioni, come chiunque altro. Quando si commette un errore, è necessario assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Non ce l’ho con i vigili del fuoco; il loro lavoro è straordinario, ma quel giorno qualcosa è andato storto».