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Terremoto Napoli, il piano evacuazione: città divisa in zone e schema di gemellaggio

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Le zone di evacuzione

Le recenti scosse fanno chiedere ai napoletani cosa fare in caso di terremoto. Nella zona dei Campi Flegrei la terra continua a tremare, con una forte scossa di terremoto avvertita nella tarda serata di lunedì 2 ottobre e che ha fatto registrare crolli e tanto spavento. Per queste situazioni, la Protezione Civile mette a disposizione un decalogo di “buon pratiche” denominato “Io non rischio”. Ecco cosa prevede.

Terremoto Napoli, il piano evacuazione: città divisa in zone e lo schema di gemellaggio

La Protezione Civile mette a disposizione una mappa interattiva di zona rossa e zona gialla per il vulcano Campi Flegrei. Al di là di qualsiasi incertezza, resta il fatto che “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo2.

Ecco perché prepararsi ad affrontare un’eventuale emergenza è d’obbligo, soprattutto considerando le difficoltà della possibile evacuazione di una zona così densamente abitata. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Zona rossa

In caso di “allarme”, l’evacuazione preventiva rappresenta l’unica misura di salvaguardia per la popolazione della zona rossa, essendo esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. Nella zona rossa rientrano:

E ancora, parte dei Comuni di Giugliano in Campania, Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Si tratta di un’area nella quale risiedono circa 500mila abitanti.

La zona gialla

All’esterno della zona rossa troviamo la zona gialla: in caso di eruzione, questa è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. In questa zona potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri. Fanno parte della zona gialla i seguenti comuni:

Rientrano nella zona gialla anche 24 quartieri del Comune di Napoli. In questa area vivono in totale oltre 800mila abitanti.

Il piano di evacuazione

Per quanto riguarda la zona rossa, l’evacuazione della popolazione inizia con la dichiarazione della fase di “allarme”. La mappa mostra in blu le Aree di attesa previste dai piani di protezione civile comunali, ovvero le aree da cui partiranno i cittadini che scelgono di allontanarsi con il trasporto assistito.

I cittadini saranno poi trasferiti dalle aree di attesa alle Aree di incontro previste dalla pianificazione nazionale di protezione civile che, rappresentate in verde nella mappa. Da qui poi in nave, treno o autobus raggiungeranno Regioni e Province Autonome gemellate. Nella fase di preallarme, invece, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente.

Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa, come ad esempio una seconda casa, oppure raggiungere parenti, amici o una casa in affitto, ricevendo un contributo economico da parte dello Stato. Alla dichiarazione di “allarme” invece tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito.

I tempi

Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore (3 giorni), così articolato:

Schema di gemellaggio

Chi vuole essere assistito potrà ricorrere a uno schema di gemellaggio. Lo schema prevede il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa nelle Regioni e Province autonome italiane. In particolar modo, lo spostamento assistito delle persone dalle “Aree di attesa”, definite nel Piano di protezione civile di ogni Comune, alle “Aree di incontro”, individuate fuori dalla zona rossa, avverrà con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania. Di seguito lo schema dei gemellaggi

Gli spostamenti

Chi, invece, sceglie di spostarsi in autonomia può farlo con un proprio mezzo di trasporti, seguendo però solo i percorsi stradali di uscita dalla zona rossa stabiliti nel Piano di allontanamento. Chi sceglie la sistemazione alternativa fornita dallo Stato dovrà proseguire verso i “Punti di prima accoglienza” individuati nelle Regioni e Province autonome gemellate; in alternativa chi sceglie di ricevere il contributo di autonoma sistemazione potrà proseguire verso la sistemazione alternativa individuata autonomamente. La regolazione del traffico in fase di allontanamento autonomo sarà gestita attraverso l’attivazione di cancelli che garantiranno il corretto cadenzamento del flusso veicolare in uscita dalla zona rossa.

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