Rimane in prognosi riservata il bambino di nove mesi originario di Villammare, Pietro, giunto in condizioni gravissime il 5 giugno scorso presso l’ospedale di Sapri, da cui è stato successivamente trasferito al policlinico Santobono di Napoli, dove è tuttora ricoverato e sotto stretto monitoraggio medico come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Recentemente, il piccolo è stato sottoposto a un ulteriore intervento chirurgico che gli ha consentito di tornare a respirare autonomamente, consentendo la sospensione del supporto ventilatorio meccanico. Nonostante questo progresso, le informazioni sulle sue attuali condizioni di salute e sull’eventuale evoluzione restano riservate e non sono state rese pubbliche.
Villammare, il piccolo Pietro respira da solo
Parallelamente all’evolversi della situazione clinica, proseguono le indagini della Procura di Lagonegro, che al momento procedono contro ignoti e senza alcun iscritto nel registro degli indagati. Le autorità investigative stanno cercando di chiarire le cause che hanno determinato il grave stato di salute del neonato al momento del ricovero, compresa l’origine delle numerose fratture e lesioni multiple riscontrate sul suo corpicino. Non è ancora stato reso noto se gli inquirenti siano riusciti a individuare responsabilità precise o eventi specifici che possano aver condotto alle lesioni.
Un passaggio cruciale nel procedimento giudiziario è previsto per il prossimo 16 luglio, quando il Tribunale per i Minorenni di Potenza dovrà decidere in merito alla richiesta avanzata dalla madre di Pietro di revocare la sospensione della potestà genitoriale. Durante quell’udienza, il curatore speciale nominato dal tribunale e l’assistente sociale incaricata di seguire il caso presenteranno una relazione dettagliata sulle condizioni di salute del bambino dal momento del ricovero fino ad oggi. Tale relazione costituirà la base per la decisione dei giudici in merito al reintegro o meno della madre nella cura del figlio. Attualmente, infatti, la donna non ha il permesso di avvicinarsi al bambino.
Pietro viveva con la madre, il fratellino di quattro mesi e il nuovo convivente della donna. Nel caso in cui la richiesta di revoca non dovesse essere accolta, la madre proseguirà la sua battaglia legale per riottenere la possibilità di prendersi cura del figlio. Nel frattempo, il padre di Pietro, residente a Sapri, si divide tra la sua abitazione e il Santobono per essere vicino al bambino. Inoltre, un altro figlio della coppia, di quattro anni, è attualmente affidato a una struttura protetta.
Le forze dell’ordine hanno effettuato numerosi accessi presso l’ospedale di Sapri per acquisire tutta la documentazione relativa alle visite effettuate da Pietro nei mesi di aprile e maggio precedenti al ricovero. Secondo quanto riferito dall’avvocato della madre, Salvatore Loschiavo, la donna si era rivolta più volte al pronto soccorso per il peggioramento delle condizioni del piccolo, che manifestava sintomi preoccupanti dopo una vaccinazione. In entrambe le occasioni, però, il bambino era stato dimesso senza prescrizioni di terapie specifiche.
È stata acquisita anche la cartella clinica del ricovero avvenuto il 5 giugno. Il primario di reparto, in quel momento, aveva riferito che Pietro era arrivato in coma profondo, con marcata ipotonia muscolare e disidratazione, presentando un ematoma subdurale cranico, fratture dietro l’orecchio e al femore. I medici del Santobono hanno inoltre evidenziato la presenza di fratture pregresse alle costole, che avrebbero fatto ipotizzare traumi risalenti a un periodo antecedente.