Un’organizzazione criminale sofisticata incassava fino a 100mila euro al mese vendendo droga tramite WhatsApp, con pagamenti anche via carte di debito. La consegna era effettuata da pusher travestiti da corrieri espresso.
Scacco ai “delivery della coca”, ordinazioni su WhatsApp e pagamenti con carte
Un’organizzazione strutturata come un’azienda fuorilegge perfetta, capace di incassare fino a 100mila euro al mese con un sistema di spaccio ultra moderno. I clienti ordinavano la droga su WhatsApp, pagavano anche con carte di debito, e la consegna era garantita da una rete di pusher travestiti da corrieri espresso.
Un’operazione dei Carabinieri di Nola, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’arresto di 10 persone, tra cui tre donne, accusate di traffico di droga, detenzione di armi e ricettazione. Complessivamente, 24 gli indagati, di cui sette donne. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino.
Come funzionava il “delivery della droga”
Ordinazioni via WhatsApp: la droga veniva richiesta attraverso messaggi in codice (“caffè”, “dischetti”, “cornetti”). Pagamenti con carte di debito: niente contanti, le transazioni avvenivano in modo digitale per rendere il sistema più discreto. Consegne con “rider” pusher: gli spacciatori si travestivano da corrieri espresso per eludere i controlli. Espedienti per evitare i posti di blocco: le spedizioni avvenivano di notte, quando il traffico era meno controllato.
L’organizzazione riusciva a distribuire la droga anche ad Avellino e Palermo, con trasporti gestiti direttamente in auto. In un’intercettazione, una delle donne delegate ai trasferimenti della droga in Sicilia esprime tutta la sua paura: «Se mi arrestano, mantienimi i figli», diceva a un complice.
Intercettazioni: il codice segreto per lo spaccio
Le conversazioni intercettate dai carabinieri hanno svelato dettagli inquietanti sull’efficienza della rete. In un episodio datato 11 maggio 2023, un pusher avvisa l’organizzazione di un imprevisto che avrebbe rallentato la consegna: «Sta tutto bloccato per il Giro d’Italia».
L’organizzazione, senza perdere tempo, dirotta immediatamente la consegna in un’altra zona non interessata dal passaggio dei ciclisti. Non solo efficienza logistica, ma anche fidelizzazione dei clienti: ai più affezionati, per il compleanno, veniva regalata una dose extra di droga.
Il blitz e gli arresti
Le indagini, condotte dai Carabinieri di Nola e coordinate dalla DDA di Napoli, hanno portato all’arresto di 10 persone e al sequestro di quantità ingenti di droga. Gli investigatori sono riusciti a infiltrarsi nei canali di comunicazione dell’organizzazione, smantellandone la struttura.
Le accuse: associazione per traffico di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio, detenzione e porto di armi clandestine e ricettazione
Maxi-sequestro di cocaina a Gioia Tauro
Parallelamente, la Guardia di Finanza ha intercettato 788 kg di cocaina nascosti in tre container provenienti dal Sud America, scaricati al porto di Gioia Tauro. Il valore sul mercato? 126 milioni di euro. La droga era nascosta in panetti occultati dentro sacchi di pellet e nell’intercapedine nel vano motore di un container refrigerato con pesce surgelato.
Le sofisticate apparecchiature scanner e le unità cinofile della Finanza hanno permesso di scovare il carico e bloccare l’ennesima operazione di narcotraffico.
La droga ai tempi del digitale: la sfida delle forze dell’ordine
L’operazione ha messo in luce come i narcotrafficanti abbiano evoluto i loro metodi, adattandosi ai tempi e sfruttando le tecnologie moderne: App di messaggistica per le ordinazioni, pagamenti elettronici per evitare contanti sospetti e delivery pusher per evitare il rischio di arresti nei luoghi di spaccio tradizionali
Le forze dell’ordine intensificano il monitoraggio sulle nuove tecniche di spaccio, per bloccare i traffici illeciti prima che si radichino ulteriormente sul territorio.
