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Chioschi sul lungomare irregolarità e omissioni quarant’anni di errori

Chioschi Napoli
Immagine di repertorio
Chioschi Napoli

Chioschi di Mergellina in stato di fermo, manifestazioni, conflitti e indignazione. Il Comune rinvia un incontro informativo, poiché ogni forma di intimidazione, anche verbale, non può essere accettata.

Chioschi sotto sequestro a Mergellina, irregoralità e omissioni

I chioschi hanno una licenza di vendita itinerante, dovrebbero, cioè, andare in giro per la città a commerciare i loro prodotti, oppure vedersi assegnato uno stallo in un mercato ufficiale; però quegli stessi chioschi hanno avuto anche il permesso di restare fermi esattamente dove sono, perché in possesso occupazione permanente di suolo pubblico, regolarmente concessa per decenni dal Comune di Napoli.

Negli ultimi quarant’anni, l’amministrazione locale ha costantemente e tenacemente rilasciato permessi per l’occupazione permanente di spazi pubblici a persone autorizzate solo a vendere in movimento, senza mai arrestarsi. Per comprendere come si sia arrivati a questa situazione, è necessario fare un passo indietro nel tempo e analizzare oltre quarant’anni di operatività dei chioschi e delle autorizzazioni concesse dall’amministrazione comunale. Ripercorrendo la storia, emerge che ci sono stati numerosi errori e mancanze, sia da parte dei gestori che dell’ente locale.

Il lungomare nel tempo

I primi documenti che raccontano la storia recente dei chioschi, risalgono agli anni 70 del secolo scorso, sono “autorizzazioni al commercio su aree pubbliche” concesse agli eredi delle casupole del lungomare che esercitavano, è scritto nei documenti ufficiali di quegli anni «da tempi remoti la vendita di generi alimentari con chioschi posizionati su area attigua al Demanio Marittimo». A quei tempi era solo questione di taralli e birra, le norme erano poche e lacunose e la vendita è andata avanti per decine di anni senza sussulti. Poi le regole sono diventate più rigorose, i gestori delle strutture hanno iniziato ad adeguarsi ma solo parzialmente.

Negli anni Duemila quando i controlli diventano più serrati e si scopre, partendo dalla Rotonda Diaz, che i chioschi dovrebbero essere mobili e invece sono ben piantati per terra. Parte un’iniziativa di Palazzo San Giacomo che, nel 2004, per sistemare la situazione, impone ai chioschi di Rotonda Diaz la sostituzione delle strutture con una nuova tipologia mobile appositamente progettata dalla facoltà di Architettura della Federico II.

Nell’anno successivo, anche tutti gli altri chioschi furono costretti ad adattarsi ai progetti dell’Università Federico II, implementando ruote per rendere le strutture facilmente spostabili. In sostanza, il Comune si rese conto, all’epoca, che una licenza per commercio itinerante non si conciliasse con punti vendita fissi, e inventò una soluzione di compromesso: quei chioschi potrebbero muoversi poiché ora sono mobili, ma noi continueremo a rilasciare permessi per l’occupazione permanente del suolo pubblico.

Il permesso dei chioschi ad allacciarsi all’energia elettrica

Con l’adozione di nuove normative, ai gestori dei chioschi è stato autorizzato l’accesso alla rete elettrica e anche la possibilità di realizzare scarichi ufficiali. Tuttavia, nel corso del tempo, si sono verificati numerosi interventi sugli scarichi dei chioschi situati lungo il lungomare, molti dei quali sono stati classificati come irregolari e sanzionati. Recentemente, una serie di controlli su questi scarichi ha dato origine all’operazione che ha portato al sequestro avvenuto questa estate.

A giugno partono verifiche sulle condotte che dovrebbero essere collegate regolarmente al sistema di smaltimento, vengono rilevate alcune irregolarità, si accendono i fari sui chioschi. E diventa impellente la ricerca di chiarezza anche da parte dei gestori che, dal 2023, hanno chiesto il rinnovo della concessione di occupazione di suolo pubblico ma non hanno ricevuto risposta.

Lo stop dei chioschi sul lungomare di Mergellina

Una risposta giunge dopo alcuni giorni, già a luglio inoltrato, a un anno e mezzo dalla domanda di rinnovo. I permessi di occupazione, originariamente concessi per quaranta anni, sono attualmente sospesi; tutte le istanze dei singoli gestori vengono attentamente analizzate e riviste poiché il Comune ha finalmente notato delle anomalie, dopo quarant’anni, ma almeno ha agito. I gestori si trovano sconcertati: cosa è mutato rispetto agli anni passati? In verità, nulla è cambiato.

Anzi, sulla base delle norme post-Covid, tutti s’aspettavano che le concessioni di occupazione di suolo pubblico venissero automaticamente allungate fino al 2032 come è accaduto per tutti gli altri chioschi d’Italia. Invece no. Su Mergellina c’è un percorso diverso che punta al recupero (finalmente) del rispetto delle norme. Le prime ipotesi per il recupero dei chioschi non sono ufficiali e sono varie: dovrebbero andare via dal marciapiede del lato mare e spostarsi su quelli interni e dovrebbero diminuire drasticamente dagli attuali 19 a soli dieci.

Sarà indispensabile acquisire licenze diverse da quelle attuali, poiché il commercio itinerante non può essere trasformato in attività fissa, a meno che vengano allestiti specifici spazi dedicati. Inoltre, per ottenere i posti disponibili, sarà necessario partecipare a un bando di assegnazione di livello europeo.

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