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Clan Mazzarella, maxi blitz all’alba: 25 arresti per droga, armi ed estorsioni | I NOMI

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I carabinieri
I carabinieri

Operazione della Dda di Napoli contro il clan Mazzarella: 25 arresti sono stati eseguiti all’alba di questa mattina, giovedì 10 luglio. Accuse di mafia, droga e racket in 10 quartieri. I nomi degli odierni indagati.

Clan Mazzarella: 25 arresti per droga, armi ed estorsioni

Cortei armati, fiumi di droga e una rete criminale tentacolare: è il quadro inquietante che emerge dall’operazione messa a segno all’alba di oggi contro il clan Mazzarella, con l’esecuzione di 25 misure cautelari – di cui 18 in carcere – che hanno decapitato la leadership della cosca attiva tra San Giovanni a Teduccio, il centro storico e altri dieci quartieri cittadini. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con il pm Simona Rossi e sotto la guida del procuratore Nicola Gratteri, ha smascherato l’attuale assetto organizzativo del clan, storico protagonista degli equilibri criminali partenopei.

Gli arrestati

Tra i 57 indagati, spicca il nome del boss Michele Mazzarella, ma anche figure chiave del gruppo Buonerba, già protagonista di sanguinose faide nei Decumani contro i Sibillo, la cosiddetta “paranza dei bambini”.

A guidare la cosca negli ultimi anni sarebbe stato Luciano Barattolo, ritenuto reggente dopo l’arresto di Mazzarella, affiancato da Giuseppe Del Prete, Gaetano Galiero, Rosario Ciro Mazio, Ferdinando Spirito, Achille Liparulo, Pietro Uliano, Giuseppina Mazzarella ed Emanuele Giovanniello.

I territori sotto controllo

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il clan esercitava un controllo capillare su quartieri e rioni cruciali: Sant’Alfonso di Poggioreale, San Giovanni a Carbonara, rione Luzzatti, Forcella, Maddalena, Case Nuove, Porta Nolana, San Gaetano, Mercato, oltre che sui comuni di San Giorgio a Cremano, Portici e gran parte dell’hinterland vesuviano.

Le accuse

Le imputazioni sono pesanti: associazione mafiosa, traffico e spaccio di stupefacenti, detenzione e uso di armi da fuoco e estorsione. Il clan imponeva il pagamento del pizzo anche a spacciatori e ambulanti di merce contraffatta, con richieste mensili fino a 2.000 euro per “evitare problemi”.

L’episodio choc

Particolarmente grave un episodio documentato nell’ordinanza del gip Gianluigi Visco: il 25 luglio 2022, nove affiliati, armati, tentarono di sfondare la porta di casa di un uomo debitore di Salvatore Rea, minacciandolo ripetutamente di morte. Un vero e proprio raid intimidatorio, a conferma della brutalità con cui venivano gestiti i “rapporti economici” del clan. L’operazione rappresenta un duro colpo al sistema di potere criminale dei Mazzarella, che per anni ha alimentato un clima di terrore e controllo su vaste aree della città.

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