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Bimba sbranata ad Acerra: la Procura nomina due super periti per fare luce sulla tragedia

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La casa sotto sequestro e i genitori di Giulia

A dodici giorni dalla morte della piccola Giulia Loffredo, sbranata dai cani di famiglia, la Procura di Nola intensifica le indagini con periti incaricati di chiarire la dinamica dell’evento e risolvere i dubbi rimasti. Il padre è sotto inchiesta mentre si analizzano smartphone e tempi della morte.

Bimba sbranata ad Acerra: la Procura nomina due super periti per fare luce sulla tragedia

Il padre resta sotto inchiesta, misteri e dubbi sulla dinamica della tragedia. Analisi su smartphone, cani e tempi della morte. A dodici giorni dalla tragedia di Acerra, che ha visto la piccola Giulia Loffredo, di appena nove mesi, morire sbranata dai cani di famiglia, la Procura di Nola intensifica le indagini. Il PM Martina Salvati ha incaricato due periti di eseguire accertamenti fondamentali per chiarire la dinamica dell’evento e fugare i tanti dubbi ancora irrisolti.

Il primo tecnico analizzerà il telefono cellulare di Vincenzo Loffredo, il padre della bambina, sequestrato quattro giorni fa. L’obiettivo è stabilire cosa stesse facendo l’uomo nei drammatici momenti dell’aggressione. Il secondo esperto esaminerà i campioni biologici prelevati dal corpo della piccola e dalle mandibole dei due cani di famiglia: il pitbull Tyson e la meticcia Laika. L’indagine dovrà stabilire se entrambi i cani abbiano attaccato la bambina o se sia stato solo uno dei due.

Il racconto del medico: “Il cane le ha spezzato il collo”

Finora, l’unica testimonianza ufficiale sulla morte della piccola Giulia proviene dal dottor Emanuele Ceo, medico della clinica Villa dei Fiori di Acerra, che ha tentato invano di salvarla.

Le dichiarazioni del medico: “Giulia è stata certamente morsa da un cane alla testa. L’animale l’ha uccisa spezzandole la noce del collo”
Il dottor Ceo afferma inoltre di aver parlato con il medico legale che ha eseguito l’autopsia, il quale confermerebbe l’ipotesi dell’attacco letale da parte di un cane.

I misteri da chiarire: la casa ripulita e il “buco” di 30 minuti

  1. Dubbi e domande senza risposta:
  2.  Il test antidroga sul padre: Vincenzo Loffredo è risultato positivo all’abuso di hashish. Il consumo di sostanze, unito alla stanchezza accumulata per il lavoro mattutino, potrebbe spiegare il suo sonno profondo durante l’aggressione della bambina.
  3.  L’appartamento ripulito: alcune ore dopo la tragedia, la casa è stata lavata e rassettata, cancellando possibili prove. Gli inquirenti stanno cercando di capire chi abbia ripulito la scena del crimine e perché.
  4. Il ritardo nei sigilli: l’abitazione di famiglia è stata sotto sequestro solo dalle 9 del mattino successivo. Un ritardo che alimenta i sospetti.
  5.  I 30 minuti mancanti: tra la presunta morte della bambina e l’arrivo in clinica trascorrono 30 minuti, quando per raggiungere l’ospedale a piedi ne sarebbero bastati appena tre. Cosa è successo in quel lasso di tempo?

Gli ultimi interrogativi: nessuna traccia di sangue sui cani

Un altro elemento solleva nuove perplessità. Uno dei veterinari che ha preso in custodia Tyson e Laika, durante la trasmissione “Mattino 4”, ha dichiarato che: “I due cani non presentano macchie di sangue. L’unico segno sospetto è una piccola area imbrattata di sangue sulla testa del meticcio”. Se i cani non hanno tracce di sangue, com’è possibile che abbiano attaccato e ucciso la bambina?

Le prossime mosse della Procura

Per ora, la Procura e il legale della famiglia, avvocato Luigi Montano, hanno concordato di non interrogare nuovamente Vincenzo Loffredo, in attesa degli esiti delle analisi tecniche.  Gli sviluppi attesi:

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