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Chi era Luigi Martusciello, il 46enne morto dopo esser stato investito da un’ambulanza: dolore a Napoli

Napoli morto Luigi Martusciello

Luigi Martusciello

Si chiamava Luigi Martusciello ed aveva 46 anni il ciclista morto dopo quattro giorni di agonia all’ospedale del Mare di Napoli dove era ricoverato in prognosi riservata dopo esser stato investito da un’ambulanza adibita al servizio dialisi in via nuova Marina lo scorso 8 marzo. La famiglia ha acconsentito alla donazione degli organi.

Napoli, investito da un’ambulanza: morto Luigi Martusciello

L’incidente è avvenuto nella tarda mattinata dell’8 marzo. Luigi Martusciello, si stava recando a lavoro in sella alla sua bici, quando un’ambulanza, che aveva la sua stessa direzione di marcia lo ha travolto in Via Nuova Marina all’altezza del varco Pisacane.

Le condizioni del 46enne sono apparse fin da subito gravi a causa delle lesioni riportate in seguito all’incidente. Il ciclista era stato ricoverato presso l’ospedale del Mare in prognosi riservata
dove si è spento oggi, dopo quattro giorni di agonia. La famiglia ha acconsentito alla donazione degli organi.

Le indagini

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti dell’Infortunistica Stradale della Polizia Locale che ha eseguito i rilievi di rito per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente. Sotto sequestro sia la bici a pedalata assistita che l’ambulanza.

Il cordoglio

La notizia della prematura e improvvisa scomparsa di Luigi Martusciello si è rapidamente diffusa gettando nello sconforto i tanti che lo conoscevano e stimavano. Sono numerosi infatti i messaggi di cordoglio apparsi sui social per la famiglia del 46enne. “Straziante la notizia di qualche ora fa’, abbiamo passato bei momenti insieme, sul lavoro, nelle partite di calcetto, non ci volevo credere fai buon viaggio amico mio che Dio ti accolga nelle sue braccia” scrive tra i tanti Daniele.

«Ci eravamo conosciuti proprio discutendo di come migliorare le cose qui – racconta l’avvocato Fabio Cristarelli, oggi consigliere comunale – e mi aveva colpito da subito il suo attaccamento al nostro paese e il desiderio di fare qualcosa per il futuro dei giovani e ovviamente anche per i suoi figli che amava infinitamente. E poi era un grandissimo lavoratore». 

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