Gaia e Camilla hanno attraversato con il verde: la perizia
Secondo l’avvocato il semaforo di di Corso Francia non prevede il giallo per chi attraversa, e le due amiche avrebbero iniziato ad attraversare con il verde per i pedoni, che dura 26 secondi e mezzo circa. Quando scatta, per poco più di 3 secondi, il verde lampeggia e poi diventa rosso. Un secondo dopo, poi, arriva il verde per le eutomobili.
La perizia
In base a questi dati appare certo come le stesse abbiano iniziato ad attraversare con il verde e che si siano imbattute, poi nel verde lampeggiante subito dopo nel rosso.
Le parole di Vittorio Feltri
“La responsabilità è anche delle ragazze, mi dispiace dirlo, ma si sono comportate come due dementi”, non usa mezzi termini il direttore di Libero, in collegamento con il Tg4. Il giornalista si scaglia contro le due vittime, indicandole quasi come le principali resèponsabili della loro tragica fine.
Pietro Genovese
“Inutile mettere in galera questo poveraccio” – continua Feltri – “che non ha fatto niente di strano. Cerchiamo di non mettere in galera qualcuno prima che venga processato”.
Le scuse di Paolo Genovese
Paolo Genovese aveva dato mandato ai suoi legali di organizzare un incontro con i genitori delle due ragazze, ma i familiari avrebbero declinato l’offerta “troppo presto, non riusciamo a condividere il dolore in questo momento”.
Il gioco del semaforo rosso
Ad avanzare l’ipotesi di un gioco finito male è stato un imprenditore, intervistato da Il Messaggero. I giovani attraversano col rosso le strade tra le auto che sfrecciano. Una bravata che viene filmata e poi rilanciata sui social. E parla anche l’amico di Pietro Genovese che era con lui sulla vettura: “Non andavamo forte ma era impossibile evitare le ragazze”.
La spiegazione del gioco
La conferma dell’amica di Gaia
“Sì, anche io ho attraversato Corso Francia di notte, correndo, fuori dalle strisce pedonali e con il semaforo verde per le auto. Rischiando la vita. Prendi la rincorsa, scavalchi il guardrail e corri più veloce che puoi dall’altra parte. Perché lo facciamo? Forse perché abbiamo sedici anni?
Per fare più in fretta a raggiungere i tuoi amici, per non fare tardi sulla via del ritorno a casa. O forse e lo so che è stupido, perché è divertente – dice ancora Cecilia -. Pensi sempre che se guardi bene a destra e a sinistra e corri forte dall’altra parte ci arriverai. Un gioco? No, è una leggerezza, un azzardo. Finora nessuno dei miei amici aveva avuto un incidente”.