C’è un secondo indagato in procura a Modena per la morte di Laila El Harim, la quarantenne deceduta all’interno dell’azienda Bombonette di Camposanto, nella Bassa Modenese, incastrata in un macchinario. Dopo aver iscritto il legale rappresentante dell’azienda che si occupa di packaging nel fascicolo per omicidio colposo, i pm hanno aggiunto anche il nipote del legale rappresentante stesso, vale a dire il delegato alla sicurezza dell’azienda.
Morta sul lavoro a Modena, c’è un secondo indagato nell’inchiesta
Del macchinario “se ne lamentava spesso”, dice il compagno Manuele Altiero a Repubblica Bologna: “Diceva che la fustellatrice si bloccava, che non andava. E spesso dovevano intervenire gli elettricisti”. Laila, riferisce Altiero anche alla Gazzetta di Modena, annotava alcune considerazioni sulla giornata lavorativa su un diario.
“Un giorno sì e uno no – dice l’uomo a proposito della fustellatrice – raccontava che doveva venire un elettricista per metterla a posto”. Su funzionamento del macchinario e dinamica dei fatti è al lavoro la Procura di Modena che sulla morte di Laila ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nel quale è indagato al momento il legale rappresentante dell’azienda, la Bombonette di Camposanto.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi: “C’è una cosa in particolare che sta a cuore a tutti noi, a me certamente e più di ogni altra cosa – ha detto -. Bisogna fare qualcosa poter migliorare una situazione inaccettabile sul piano della sicurezza sul lavoro. Rivolgo un pensiero commosso e affettuoso a tutti coloro che volevano bene a Laila El Harim. Due mesi fa era la D’Orazio e così via, ogni giorno. E’ stato fatto molto ma occorre fare molto di più”.