Nel 2025 le minacce ai giornalisti in Italia aumentano del 76% tra querele temerarie, proiettili e aggressioni. Ossigeno per l’informazione lancia l’allarme per la libertà di stampa.
Libertà di stampa sotto attacco: +76% di minacce ai giornalisti nel 2025
Il 2025 si conferma un anno critico per la libertà di stampa in Italia. Secondo i dati dell’osservatorio Ossigeno per l’Informazione, le minacce ai giornalisti sono aumentate del 76% nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra intimidazioni verbali e fisiche, proiettili recapitati per posta, querele temerarie e campagne d’odio online, 81 cronisti sono stati presi di mira solo nel primo semestre.
Il fenomeno non risparmia né i grandi nomi né i giornalisti locali che lavorano spesso da soli, senza tutele e con poche risorse. In Campania, tra i più colpiti figurano Ciro Pellegrino di Fanpage, Rosaria Capacchione a Caserta e Roberto Saviano a Napoli, mentre cronisti come Vincenzo Iurillo documentano casi di mala politica e criminalità locale, come l’inchiesta sul Sistema Sorrento e sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo.
Secondo Ossigeno, solo il 12,1% delle intimidazioni è di matrice mafiosa, mentre oltre il 65% è legato a interessi politici, economici o sociali locali, dimostrando come il rischio arrivi spesso da contesti “vicini” al giornalista. Queste pressioni producono un effetto di censura silenziosa, tra stress costante, telefonate minatorie e messaggi intimidatori.
Un capitolo a parte riguarda le querele temerarie, strumenti legali usati per zittire i cronisti e fiaccare economicamente le redazioni. Nonostante l’attesa per l’applicazione piena della legge anti-SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation), l’autocensura resta una scelta frequente.
Le redazioni locali sottolineano l’importanza vitale del giornalismo di territorio. “Senza chi racconta i fatti dal territorio, la democrazia perde la sua voce”, spiegano a Positanonews e in altre testate indipendenti. La protezione dei giornalisti e il sostegno alle redazioni libere diventano così una priorità per difendere la libertà di informare e di essere informati, pilastro fondamentale della vita democratica.