L’Italia non è semplicemente uno dei maggiori produttori mondiali di olio extravergine d’oliva (EVO), ma è la Nazione che vanta la maggiore biodiversità di cultivar al mondo, con centinaia di varietà autoctone che regalano oli dai profili sensoriali ineguagliabili.
Questo immenso patrimonio è custodito e valorizzato attraverso i marchi di tutela DOP e IGP, che certificano il legame indissolubile tra il prodotto, la sua origine geografica e i rigidi standard qualitativi.
Puglia: la maestosità del Sud
La Puglia si erge come il colosso dell’olivicoltura italiana, contribuendo in maniera significativa ai volumi di produzione nazionale. Le sue distese di ulivi, molti dei quali monumentali e secolari, definiscono il paesaggio, specialmente nel Salento e nel Barese.
La potenza e la struttura degli oli pugliesi derivano da cultivar dominanti come la Coratina e l’Ogliarola Barese. L’olio di Coratina è noto per il suo vigore, con un fruttato intenso, amaro e piccante molto decisi, indice di un altissimo contenuto di polifenoli e antiossidanti.
Tra le denominazioni di spicco troviamo la DOP Terra di Bari (con sottozone come Bitonto e Castel del Monte) e l’IGP Olio di Puglia, che rappresentano l’anima più autentica e robusta dell’olio italiano.
Toscana: l’eleganza delle colline
La Toscana è rinomata per la produzione di oli EVO di grande finezza ed equilibrio, spesso associati all’immagine iconica delle sue colline. La coltivazione in altitudine e le condizioni climatiche particolari stimolano l’accumulo di aromi complessi.
Le cultivar principali, tra cui Frantoio, Leccino e Moraiolo, danno vita a oli che si distinguono per un fruttato vivace, con spiccati e riconoscibili sentori di erba appena tagliata, carciofo e una piacevole nota balsamica. Sebbene l’amaro e il piccante siano presenti, sono ben integrati e bilanciati, conferendo all’olio una persistenza elegante. L’IGP Toscano e le denominazioni come la DOP Chianti Classico sono il sigillo di questa eccellenza collinare.
Umbria: il cuore verde e roccioso
L’Umbria è un’area olivicola storica, dove gli uliveti si arrampicano sui terreni calcarei e rocciosi. Questa conformazione del suolo e il clima continentale favoriscono la produzione di oli con un carattere distintivo e una longevità notevole.
La DOP Umbria, con le sue menzioni geografiche aggiuntive (come i Colli Assisi-Spoleto), valorizza in particolare la cultivar Moraiolo. L’olio umbro è apprezzato per la sua notevole struttura, un fruttato medio che evoca note di carciofo e mandorla fresca, sostenuto da un amaro e un piccante ben definiti ma mai aggressivi, risultando armonico al palato.
Calabria: l’eccellenza del Sud con profili aromatici diversificati
La Calabria è un attore fondamentale nel panorama olivicolo nazionale. Grazie a un territorio che spazia dalle piane costiere ai massicci montuosi, la Regione ospita un vastissimo assortimento di cultivar autoctone, tra cui spiccano la Carolea, la Dolce di Rossano, l’Ottobratica e la Tondina. Contrariamente a un’opinione diffusa, l’olio calabrese si caratterizza per una sorprendente varietà di profili, spesso con un fruttato leggero-medio, pur mantenendo un’ottima dotazione di polifenoli.
Le denominazioni calabresi offrono specificità affascinanti. La DOP Lametia, ad esempio, è ottenuta in prevalenza dalla cultivar Carolea nella piana di Lamezia Terme e si distingue per un fruttato leggero e delicato con note di erbe fresche e un amaro e piccante lievi. La DOP Bruzio (provincia di Cosenza) comprende diverse menzioni geografiche e utilizza cultivar come Tondina e Grossa di Cassano.
Ad esempio, nella sottozona Sibaritide l’olio, ottenuto principalmente dalla Grossa di Cassano, presenta un fruttato leggero con un lieve sentore di amaro. L’ampia IGP Olio di Calabria, invece, funge da grande contenitore per la valorizzazione dell’intera filiera regionale.
Le gemme del resto d’Italia
Il panorama dell’EVO italiano è completato da altre aree di eccellenza. La Sicilia, con le sue cinque DOP, offre oli che spaziano dal fruttato leggero della Biancolilla alle note più intense e di pomodoro verde della Tonda Iblea, tipica della DOP Monti Iblei.
La Liguria, con la cultivar autoctona Taggiasca, produce l’Olio Riviera Ligure DOP, un prodotto di ineguagliabile dolcezza e delicatezza, con un retrogusto di mandorla, ideale per condimenti a crudo che non devono coprire i sapori.
Infine, il Lazio con la DOP Sabina e la DOP Colline Pontine (caratterizzata dalla cultivar Itrana, con sentori di foglia di pomodoro) e la Campania con la DOP Penisola Sorrentina e la DOP Irpinia – Colline dell’Ufita completano l’offerta con oli aromatici e strutturati.









